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Lapo Elkann dopo l’incidente, la foto in sedia a rotelle a Saint Moritz

Lapo Elkann, poco più di un mese fa, è stato coinvolto in un terribile incidente sulla strada che da Gerusalemme porta a Tel Aviv. L’imprenditore è stato immediatamente soccorso e sottoposto agli interventi necessari. Dalla struttura ospedaliera in Israele è stato trasferito in una clinica svizzera, qui le prime foto dopo l’accaduto che lo ritraggono in sedia a rotelle e visibilmente provato.
A cura di Ilaria Costabile
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Foto di Chi
Foto di Chi

Risale quasi ad un mese fa il violento incidente in cui è stato coinvolto Lapo Elkann sulla strada che da Gerusalemme porta a Tel Aviv, probabilmente dopo essere stato in visita al Muro del Pianto. Un impatto che avrebbe potuto costargli la vita, se non fosse stato soccorso immediatamente e se i medici israeliani non avessero fatto tutti gli interventi necessari per rimetterlo in sesto. Ecco comparire le prime foto che lo ritraggono, visibilmente provato dopo l'incidente, ancora in fase di riabilitazione.

La foto in sedia a rotelle

Il settimanale Chi pubblica alcuni scatti che immortalano il rampollo di casa Agnelli, seduto in sedia a rotelle, col viso smunto e stanco, sulle montagne di Saint Moritiz. Ad accompagnarlo un suo amico che lo sta aiutando in questo lungo periodo di riabilitazione, durante il quale è dimagrito circa 10 kg, come è evidente anche dalla foto pubblicate dalla rivista. Dopo qualche giorno di recupero post interventi  negli ospedali israeliani, Lapo Elkann ha poi deciso di trasferirsi in un'altra struttura, una clinica in Svizzera, dove poter continuare in tranquillità le cure necessarie per riprendersi.

Il commento dopo l'incidente

La dinamica dell'incidente, a distanza di tempo, non si è ancora chiarita, ma l'urto è stato talmente violento che l'imprenditore è stato anche in coma, portato al pronto soccorso della struttura Assunta Hospital, dove gli sono stati prestati i primi soccorsi. Appena gli è stato possibile ha commentato quanto accaduto, stupito e grato del fatto di essere ancora in vita: "Voglio ringraziare Dio, e poi i medici israeliani e quelli europei.Voglio pregare per i ragazzi giovani che ho visto morire in Israele accanto a me nei letti delle emergenze dell’ospedale, gli amici che mi sono stati vicini, la mia famiglia. Voglio ringraziare Dio di avermi dato la possibilità di ridarmi la vita. Voglio dedicare il mio tempo, il mio cuore e risorse economiche a fare del bene occupandomi della mia Onlus". 

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