Lele Mora: “Corona è una persona malata, fare lavori umili gli farà bene”
Lele Mora parla per la prima volta di Fabrizio Corona ai microfoni de La Zanzara, sulle onde di Radio 24. L'ex agente di spettacolo è in affidamento ad una delle comunità di don Mazzi, la Exodus, la stessa presso la quale è stato trasferito Corona dal carcere di Opera, beneficiando di una disposizione del magistrato De Rosa che, per motivi di salute, gli ha riconosciuto l'impossibilità a trascorrere il resto della pena in regime di carcere duro.
Sono felice per la liberazione di Corona, non auguro il carcere a nessuno e non porto rancore. Non so se ci vedremo in comunità, ma se succederà gli stringerò la mano. Un abbraccio? No, quello no. A lui non ho più nulla da dire, è una storia finita. Gli ho voluto molto bene ma non si può cancellare tutto.
Lele Mora non nasconde quanto questo trasferimento possa giovare a Corona, in particolare nelle possibilità che gli saranno offerte, anche quelle di fare lavori umili.
Gli farà benissimo fare i lavori umili che sono previsti da don Mazzi. Tagliare l'erba, pulire e cucinare, rifare i letti e le camere. Lo fanno tutti.
In merito alla possibilità che Fabrizio Corona potesse fare uso di cocaina, Lele Mora non conferma:
Mai sentito parlare di questo. Io sono contrarissimo, non mi sono mai fatto neppure una canna e non bevo. Credo abbia fatto un esame del capello, chiesto da lui. Non sono cose che si dicono, ma io non me ne sono mai accorto. Corona è una persona malata. Ha tre malattie, una depressione pesantissima, poi cerca di far soldi in ogni modo possibile e poi un’altra che non sta a me dire. Deve curarsi, non stare in carcere.
Fabrizio Corona: "Si puede", il primo messaggio fuori dal carcere
"Si puede", così Fabrizio Corona dal suo profilo instagram ufficiale in una prima dichiarazione accompagnata da una foto che lo mostra con quelli che potrebbero essere i collaboratori di don Mazzi. Un rilancio d'immagine ed un'occasione importantissima di riscatto sociale per lui, dopo la decisione del magistrato di sorveglianza, Giovanna De Rosa, di affidarlo a don Mazzi per motivi di salute. Sospesa l'esecuzione della pena, sarà affidato al centro di riabilitazione dove sconterà il fine pena di ancora sei anni. Proprio il parroco don Mazzi si era offerto più volte di aiutarlo a mezzo stampa, pubblicando appelli e sensibilizzando l'opinione pubblica. Con i servizi sociali, per Fabrizio Corona si apre un nuovo punto della sua esistenza.