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Leopoldo Mastelloni chiede aiuto: “Non voglio finire come Isabella Biagini”

Nel corso di un’intervista rilasciata al programma tv Storie Italiane, l’attore e cantante ha parlato delle sue precarie condizioni economiche, chiedendo allo Stato di non togliergli la dignità.
A cura di Andrea Parrella
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Leopoldo Mastelloni alza la voce e lo fa a poche ore dalla scomparsa di Isabella Biagini, donna di spettacolo morta dopo anni di disagi economici che più volte aveva denunciato pubblicamente. Per una ragione molto simile l'attore napoletano si è fatto sentire, rilasciando un'intervista al programma Storie Italiane condotto da Eleonora Pedron, in cui ha ribadito le difficoltà economiche in cui versa da tempo: "Io non voglio finire come Isabella Biagini perché certe malattie vengono anche per questo, fulminanti, perché Isabella stava bene".

La denuncia di Leopoldo Mastelloni

Le parole, dure, di Mastelloni, sono una chiara e aperta denuncia con la quale il cantante tenta di attirare su di sé l'attenzione pubblica, ritenendosi fortunato per le ottime condizioni di salute nonostante l'età avanzata:

Io non voglio che lo Stato mi tolga la dignità. Io non voglio chiedere la carità, né voglio che gli altri mi facciano la carità, voglio solidarietà non solo per me visto che sono un uomo di 73 anni che ancora ha la fortuna di essere ospitato in trasmissioni dove si dibattono cose di questo genere, voglio dare il mio contributo.

Quello che l'attore e regista, peraltro di origini aristocratiche, chiede allo Stato, è che la dignità di un artista, così come quella di ogni cittadino, venga meglio tutelata: "Tu Stato devi essere in grado di assistere ogni cittadino anche direttamente proporzionale al lavoro che ha svolto per tutta la vita, sia in cucina facendo il bucato, sia girando l'Italia o in televisione comunque dando qualcosa, e questo non esiste per nessuno".

L'attacco a Rai e Mediaset nel 2015

Parole che fanno eco a quanto Mastelloni aveva già detto anni fa, precisamente nel 2015, quando rimarcando la situazione di difficoltà in cui versava, attaccava le principali emittenti televisive nazionali, oltre che alcuni volti noti del piccolo schermo, colpevoli di non averlo sostenuto:

Colpevolizzo la Rai, la Mediaset e la Direzione generale dello spettacolo perché non offrono occasioni a chi ha raggiunto una certa maturità. E dire che sono anche simpatico al pubblico. Ci sono persone di cui sono stato amico tutta la vita, a cui ho chiesto aiuto quando non stavo lavorando. Ci sono tanti opinionisti che non hanno nulla da dire, possibile che non ci sia nulla da dire? Tanti, come Mara Venier, mi hanno deluso. Le ho voluto davvero bene per 35 anni, però non ho avuto la sua solidarietà. Se avesse voluto, avrebbe potuto trovare un minuto anche solo per farmi guadagnare qualcosa.

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