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Lino Guanciale: “Sono pieno di tic e scruto gli altri in modo maniacale”

Lino Guanciale interpreta l’affascinante e odioso Enrico Vinci nella serie televisiva di Rai1 “Non dirlo al mio capo”. Intervistato da Tv, Sorrisi e Canzoni, l’attore ha spiegato che nella vita privata è pieno di tic e non si reputa affatto un seduttore: “Sono il genere di uomo che fa tappezzeria”.
A cura di Daniela Seclì
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Lino Guanciale è attualmente in tv con la serie di successo "Non dirlo al mio capo". Nella fiction, che lo vede recitare al fianco di Vanessa Incontrada, interpreta Enrico Vinci, avvocato affascinante e odioso al tempo stesso. Intervistato da "Tv, Sorrisi e Canzoni", l'attore ha spiegato di non essere affatto così "posato" come appare: "A dire il vero sono un anarchico. Risulto posato e razionale solo perché mi ritengo una persona educata. E ho una grande capacità di concentrazione e di controllo preventivo: ho un'energia talmente dirompente che devo disciplinarla".

Lino Guanciale, inoltre, ha svelato di avere dei tic, che ha usato per caratterizzare anche il personaggio della serie campione di ascolti "Non dirlo al mio capo""Sono pieno di tic. Prima di ogni ciak schiocco le dita, come il mio personaggio, l'avvocato Vinci che lo fa di continuo quando è nervoso".

Guanciale: "Quando sono nervoso devo compiere gli stessi gesti in numero pari"

Lino Guanciale sembra essere anche scaramantico. Quando è nervoso, infatti, ci sono dei gesti che ripete meccanicamente:

"Quando sono nervoso io devo compiere gli stessi gesti in numero pari. Stamattina arrivando qui ho chiuso lo sportello della macchina due volte. E prima di ogni ciak ripeto una frase per 13 volte. È il numero della maglia che indossavo quando giocavo a rugby. Mi porta fortuna. […] Per me, che avevo interessi un po' da nerd, come la lettura e il cinema, il rugby, lo sport di squadra e di contatto per eccellenza, è stato di grande aiuto. Soprattutto per curare la mia insicurezza".

Lino Guanciale: "Sono il genere di uomo che fa tappezzeria"

Infine, ha dichiarato di non ritenersi un seduttore: "Sono più il genere di uomo che fa tappezzeria. Se mi ritrovo in una stanza con più persone, mi metto in disparte e cerco di passare inosservato. E dal mio osservatorio speciale scruto gli altri al limite della maniacalità. Da ragazzo i miei amici non mi portavano più con loro alle feste perché i miei sguardi indagatori finivano per scatenare delle liti".

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