Luciana Littizzetto: “Vorrei prendermi cura dei neonati in attesa di adozione”
In queste ore Luciana Littizzetto è alle prese con il Festival di Sanremo 2014: per la seconda volta, infatti, affianca il suo collega ed amico Fabio Fazio che già supporta quotidianamente a Che tempo che fa, programma di Rai 3. La Littizzetto è uno dei personaggi più amati d'Italia, una donna senza peli sulla lingua che riesce, attraverso la satira, a far riflettere i telespettatori, e qualche volta ha pure sollevato dei polveroni. Adesso è riuscita a conquistare la copertina di Vanity Fair, in edicola da domani 19 Febbraio, al quale ha raccontato un aspetto molto delicato della sua vita privata: i suoi due figli. Otto anni fa, infatti, con il compagno Davide ha deciso di portare a casa, in affido, Jordan, oggi 16enne, e la sorella Vanessa, 19enne. Queste le sue parole:
Non ho mai avvertito questa necessità della maternità biologica […] Neanche di avere in casa un bambino piccolo. Anzi: mi ero già avvicinata alla comunità dove stavano loro due, l'idea era proprio di prendermi cura di ragazzi più grandi. Ma mi sono scontrata con la verità che non è solo una cosa sociale, perché i bambini quando arrivano a casa vogliono la mamma, e piangono e hanno la febbre. L'inizio è stato da panico perché pensavo: devo compensarli di quello che non hanno avuto, devo essere una mamma perfetta. Primo, niente parolacce… Finalmente un giorno ho fatto uno switch leggerissimo ma fondamentale.
Una mamma particolare:
Faccio quello che posso, faccio la mamma come sono io, che sono diversa dall'impiegata o dalla vigilessa, perché faccio la cretina di professione.
La Littizzetto ha voluto che i due ragazzi conoscessero la madre biologica:
Quel pezzo di passato esiste e io ho insistito perché ce lo facessero stare, perché è una parte di te e, se cerchi di rimuoverlo, poi è difficile da gestire. Prima o poi ci devi fare i conti e perdonare.
Questo, invece, è il suo sogno nel cassetto:
Un'esperienza che mi piacerebbe fare: l'affido dei neonati, i bambini piccoli piccoli che, in attesa di andare in adozione, hanno bisogno di cure e accoglienza in questo momento di passaggio. Deve essere difficile perché ti affezioni, le pretese crescono dentro. E' un esercizio di amore gratuito. Vorrei provare.