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Marco Carta e l’amore: “Sono single, le relazioni serie mi spaventano e scappo”

In un’intervista rilasciata a Visto, Marco Carta ha parlato del suo rapporto con l’altro sesso. Attualmente è single. Quando si accorge che una donna vuole una relazione più seria, infatti, non riesce a fare a meno di scappare.
A cura di D.S.
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In un'intervista rilasciata al settimanale Visto, Marco Carta ha parlato d'amore. Al momento è single e spiega che l'idea di avere una relazione seria, lo spaventa:

“Ora sono single, per scelta. Non che mi senta una persona fredda o distaccata, anzi mi definisco un grande ‘scroccone d’amore’ nel senso che più ne ricevo e più ne voglio, ma mi rendo conto di essere troppo volubile. Quando mi accorgo che una donna vuole una relazione più seria, mi spavento e scappo. Ho paura degli allontanamenti e delle partenze. Insomma, sono un po’ problematico, ma non è difficile capirlo guardando il mio passato da adolescente".

Ma tra cuccioli, gattini, uccelli e persino un riccio, il cantante non ha il tempo di sentirsi solo:

"Abito a Roma con i miei cani Ettore, Atena e Lara e la gatta Venere, una trovatella. E ho un’enorme voliera in giardino e un riccio che ho trovato in autostrada!“.

Marco Carta: "Nel mio libro parlo dell'assenza di mio padre e della prematura scomparsa di mia madre"

Marco Carta ha parlato anche della sua autobiografia "Ho una storia da raccontare", dove svela aneddoti della sua vita, sconosciuti anche ai fedelissimi fan:

“Sentivo il bisogno di raccontare me stesso, il mio passato, le mie paure, pur sapendo che non sarebbe stato facile. Erano troppi i ricordi dell’infanzia, come la totale assenza di mio padre o la prematura scomparsa di mia madre Monica, un dolore che ha segnato in maniera indelebile la mia adolescenza. Ma nel libro parlo anche dei momenti belli, come la vittoria ad Amici o al Festival di Sanremo. Racconto anche le marachelle con mio fratello Federico: lui era la mente e io il braccio. Ne abbiamo fatte tante insieme! Io ero un bambino ipercinetico: un giorno, a furia di dondolarmi sul seggiolone, sono caduto a terra e mi hanno portato in ospedale in coma! I dispetti maggiori, però, li ho fatti da più grande: ho allagato l’appartamento dei miei vicini e ho dato fuoco a casa dei miei nonni! Bene o male ho lo stesso carattere di allora, quello che ho sviluppato dopo la scomparsa di mia mamma. A 14 anni avevo molta più grinta, una marcia in più rispetto ai miei coetanei, ho imparato a conquistare tutto ciò che desideravo e per questo ringrazio la vita, che mi ha tolto, ma mi ha anche dato tanto“.

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