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Mauro Coruzzi: “Non sono figlio di mio padre, mia madre aveva un amante”

Mauro Coruzzi, in arte Platinette, racconta per la prima volta di non essere il figlio dell’uomo che credeva fosse suo padre, poi aggiunge di essere arrivato vicino a diventare padre quando aveva 18 anni: “La mia ragazza era incinta ma decidemmo di abortire”.
A cura di Stefania Rocco
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È un’intervista molto intima quella che Mauro Coruzzi, in arte Platinette, ha rilasciato a Vanity Fair. Per la prima volta, questo artista poliedrico mette a nudo la sua anima, e lo fa attraverso il racconto della sua vita, un’esistenza costellata da una serie di dolori e da qualche rimpianto. La prima rivelazione, quella più clamorosa, Mauro la fa a proposito della sua famiglia d’origine. “Ero un bambino infelice” raccontava lo scorso anno a Verissimo e adesso chiarisce i motivi di quell’affermazione:

Ho sempre avuto paura di fare la vita dei miei genitori. Operai, ex contadini, a casa praticamente non si scambiavano una parola e, quando accadeva, era una lite. Dopo essere stato internato in Germania, mio padre era tornato con una forma grave di depressione, lo avevano sottoposto più volte a elettroshock. E, poi, non era neppure il mio vero padre. Non ho mai voluto fare la prova del Dna, ma di certo mia madre aveva un amante. Telefonava a casa e se rispondevo io faceva finta di aver sbagliato numero. Dopo un po’ ho capito che voleva sentire la mia voce. Vede, il punto è che io una vita normale non l’ho mai avuta. Mia madre mi lasciava fino alle cinque del pomeriggio dalle suore: curavo il giardino, leggevo. Mentre, il sabato, mi portava con lei dalla parrucchiera dove divoravo le riviste femminili. Sono cresciuto da solo, passando da Sant’Agostino a Novella 2000.

Operato allo stomaco per dimagrire, Coruzzi: “Nel cibo trovo pace”

Mauro torna anche sull’operazione allo stomaco cui si è sottoposto di recente allo scopo di dimagrire. Questa volta, dice di avere un obiettivo preciso ed è certo di poterlo finalmente raggiungere:

Non voglio diventare magro, voglio poter respirare. Se questa volta faccio sul serio? Ho sempre fatto sul serio. Ma per un compulsivo – bulimico la percentuale di successo è molto relativa. Chi non soffre di questa malattia non può capire. Per me il cibo rappresenta il modo più semplice per trovare pace. È come essere un tossicodipendente. Un mio amico, ex grasso, mi dice sempre: “Ma dopo venti minuti di tapis roulant non provi una sensazione di ebbrezza per avercela fatta?”. No, io non la provo. Questa volta credo di farcela, ho un obiettivo molto preciso. Lo scorso febbraio, quattro mesi prima della partecipazione al Festival di Sanremo, mi sono detto: “Se ci prendono non posso rischiare di arrivare in fondo alla scala senza fiato”, e sono dimagrito quel tanto che bastava. Peccato che la serata finale mi sono messo a tavola alle due di mattina e ho smesso alle sei: da quel momento, ho ricominciato a fare tutto quello che facevo prima peggio di prima.

Platinette: “La mia ragazza di quando avevo 18 anni rimase incinta. Decidemmo di abortire”

Infine, concede un'altra parte del Mauro adolescente, un ragazzo di appena 18 anni la cui fidanzata rimase incinta. Insieme a lei, però, decise d’interrompere quella gravidanza:

A 18 anni, ho avuto una ragazza che mi tradiva con un nostro compagno di scuola, con il quale, nel frattempo, anch’io avevo avuto una storia all’insaputa di lei che, intanto, era rimasta incinta di me. Siccome l’aborto era ancora illegale, chiedemmo aiuto ai radicali. Mi sarebbe piaciuto avere qualcuno di cui prendermi cura. Ma non si può vivere di rimpianti.

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