Niccolò Bettarini cita Sangue Blu di Gomorra: “Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani”
"Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani credendo di aver vinto, ma i leoni rimangono leoni e i cani rimangono cani". Non è passata inosservata la Instagram Stories di Niccolò Bettarini, che mostra le sue recenti condizioni, un occhio nero e il braccio in ripresa dopo l'ultima foto. Non solo perché mostra una sorta di aggiornamento su quella che è la sua convalescenza, ma soprattutto perché il figlio di Stefano Bettarini e Simona Ventura ha deciso di citare il proverbio arabo fatto proprio da uno dei personaggi più determinati e sanguinari della serie televisiva cult "Gomorra", quell'Enzo Sangue Blu interpretato da Arthur Muselli, così desideroso di vendetta e rivalsa. La storia è stata ripostata anche dalla sua fidanzata, Zoe Esposito.
Niccolò Bettarini salvato da un amico, gli aggressori volevano ucciderlo
Giorno dopo giorno, lo scenario si fa sempre più chiaro. Sappiamo ad esempio che i quattro ragazzi fermati avrebbero agito per uccidere. Lo ha detto il giudice per le indagini preliminari di Milano Stefania Pepe nell'ordinanza con cui ha convalidato i fermi dei presunti aggressori del 19enne, applicando anche la misura della custodia cautelare in carcere per i quattro, da domenica reclusi a San Vittore. Le azioni dei quattro, si legge, "avrebbero comunque potuto produrre conseguenze mortali" sul ragazzo, anche in considerazione della "loro superiorità numerica e della violenza della loro azione". Circondato da una decina di persone, Niccolò Bettarini è stato difeso da un amico e dalla stessa Zoey Esposito che ha provato a frapporsi. Se Bettarini jr non è morto, è solo per "motivi indipendenti dalla volontà degli indagati".
Il messaggio di Niccolò Bettarini
E proprio Niccolò Bettarini ha commentato con un lungo post su Instagram quella che è stata la sua drammatica esperienza. Uno scritto denso, pregno di intensità e umanità, un testo di speranza:
Non sono mai stato bravo a raccontarmi. Ma, ora che sto migliorando, sento che sia giusto e doveroso dire diverse cose. Innanzitutto voglio in questo momento ringraziare la mia famiglia che mi è sempre stata vicino, nei momenti felici come in quelli brutti. Nessuno come lei ha saputo trasmettermi quella forza che mi ha permesso di non mollare mai. Sono un ragazzo fortunato e, mai come ora, sento veramente di esserlo, non solo per il fatto di essere qui a scrivervi questo post, ma anche perché so di avere degli amici che mi hanno salvato la vita. Sono cresciuto credendo nell’amicizia, è un valore fondamentale nella mia vita e farei qualunque cosa se degli amici fossero in difficoltà. Sarò sempre grato al pronto intervento dell’ambulanza e del trauma team dell’Ospedale Niguarda di Milano. Da questa esperienza esco più forte di prima, con la consapevolezza di aver rischiato tanto. Ringrazio, inoltre, la questura e le forze dell’ordine per il lavoro che stanno svolgendo. Grazie a tutti per l’affetto che ci avete dimostrato. Ricordate sempre di essere voi stessi ma soprattutto, ricordate chi siete.