Pamela Prati e la claustrofobia al GF Vip, chiede di andarsene ma poi ci ripensa
Pamela Prati soffre di claustrofobia e ciò sta creando un enorme problema nella casa del Grande Fratello Vip. Relegata nel tugurio, la nota showgirl ha manifestato l'insofferenza a rimanervi. L'ammonizione pubblica di Ilary Blasi, che durante la prima puntata le ha puntualizzato di sapere a cosa sarebbe andata in contro quando ha accettato la partecipazione, sembrava aver sedato un minimo le sue paure. Ma non è stato così. Stando alle ultime notizie sul GF Vip, riportate dal sito ufficiale Mediaset, Pamela Prati avrebbe già chiesto di abbandonare il programma, per poi ripensarci dopo poco:
La diva nostrana aveva già dimostrato perplessità e agitazione per la permanenza in Cantina, chiedendo subito di essere nominata. Dopo aver ricevuto la nomination e finita la trasmissione, in un momento di rabbia si dirige verso la porta e chiede di andar via, ma ci ripensa subito.
D'altronde, era di poche ore prima la conversazione tenuta con la compagna di avventura, Laura Freddi, con la quale la Prati si era confidata. Nel corso di un lungo sfogo, la showgirl aveva confessato di avere il costante sostegno della psicologa del GF Vip e che continuava a non escludere l'ipotesi di poter lasciare il gioco, se messa in una condizione di forte stress da questo particolare disturbo. Alfonso Signorini, scettico come Ilary Blasi, aveva ipotizzato la possibilità di una bizza temporanea, dovuta all'essere stata esclusa dalla ‘casa bella', ovvero quella ufficiale. Per questo motivo le aveva proposto di dormire nel giardino della cantina che, allo stesso modo di quello della casa, avrebbe potuto garantirle maggiore ariosità. Invece, la Prati ha dormito in cantina con i suoi compagni, pur chiedendo ad Andrea Damante di fare cambio letto a causa della fastidiosa insonnia della quale stava soffrendo dopo la diretta della prima puntata.
Cos'è la claustrofobia?
La claustrofobia è sicuramente una delle fobie più diffuse. II claustrofobico subisce gli effetti collaterali di un'eccessiva e irrazionale paura degli spazi stretti e chiusi. In situazioni simili, il soggetto farà di tutto per uscire all’aperto e godere pienamente di quel senso di libertà che solo il sentirsi “libero di respirare” gli può consentire. Il timore di svenire per carenza di aria e di luce, quello legato alla possibilità di movimento in uno spazio particolarmente ristretto come un ascensore, la mancata capacità di gestione di una situazione poco ossigenata, sono solo alcune delle distorsioni di pensiero che colpiscono i claustrofobici, costringendoli a uscire da suddetta situazione di deficit prima possibile. Di solito con un percorso di terapia cognitivo comportamentale si riesce a risolvere ampiamente il problema.
