Pink leader della body positivity: “Dio mi ha dato cosce massicce perché sapeva le avrei usate”
Il concetto di body positivity è ormai un qualcosa che, lentamente, si sta addentrando nell'immaginario collettivo, che va a contrastare quell'ideale di perfezione perseguito pedissequamente dalle nuove generazioni, ammaliate dalla bellezza a tutti i costi, con il rischio di cadere in una trappola dalla quale è difficile liberarsi. Ed è attraverso la voce di personaggi noti, che fanno parte del mondo dello spettacolo, che questa tendenza all'accettazione di sé diventa sempre più forte, come dimostra l'ultimo scatto pubblicato da Pink. La cantante riflette sulla sua fisicità, da sempre oggetto di critiche.
Lo scatto e le parole di Pink
"Ero solita chiedermi perché mai Dio mi avesse dato cosce tanto massicce. Poi ho capito che sapeva che le avrei usate" questo è quanto scrive Pink sul suo profilo Instagram, pubblicando una foto in cui è intenta a cavalcare un'onda in piedi su una tavola. L'immagine mette in evidenza la corporatura della cantante, che nulla ha a che vedere con le figure longilinee che solitamente compaiono sui social. Anche gli hashtag utilizzati dalla cantante sono a supporto di questo concetto, della necessità di guardare la propria fisicità con occhio benevolo e non costantemente critico, anche quando si lavora con la propria immagine. Già in passato, infatti, aveva dichiarato che avrebbe puntato sul suo talento e la passione per la musica, piuttosto che sulla costante attenzione per il proprio corpo.
Anche Arisa sostiene la body positivity
Non è certo l'unica star che, soprattutto in questi mesi, ha affrontato l'argomento offrendo l'opportunità di riflessione su quella che è diventata un'ossessione per molte ragazze. In Italia, infatti, tra i personaggi che si battono affinché si parli apertamente della propria fisicità, senza alcun tipo di timore, più volte ad esprimere il proprio parere è stata Arisa. La cantante, infatti, non ha esitato a mostrare le sue forme dichiarando di vedervi: "un albero di arance, un panino al latte, una dea", un modo per sostenere ancor di più la necessità di impadronirsi dell'idea di un'idea precisa del proprio corpo, scevra da pregiudizi e sovrastrutture.