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Pino Daniele, parla Amanda: “La vita è un incubo, a volte vorrei non svegliarmi più”

Amanda Bonini, ultima compagna di Pino Daniele, ha rilasciato un’intervista all’Ansa in cui ha raccontato gli ultimi istanti di vita del cantante. Poi ha aggiunto: “Ora mi sento come Cristo in croce. La vita è un incubo, a volte vorrei non svegliarmi più”.
A cura di D.S.
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Nelle scorse settimane, la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, relativo alla morte di Pino Daniele. Dai primi esiti della consulenza medica, si è evinto che il decesso sarebbe stato causato dall'occlusione a un by pass ortocoronarico. Sembra, dunque, che grazie ad un intervento tempestivo, il cantante avrebbe potuto salvarsi.

Amanda Bonini ha rilasciato un'intervista all'Ansa, tramite la quale ha ricostruito gli ultimi attimi della vita del compagno e ha dato la sua versione dei fatti. Tutto è iniziato con quello che sembrava essere un banale calo di pressione:

"In casa Pino aveva avuto credo un calo di pressione e gli avevamo sollevato le gambe. Poi si era ripreso".

L'artista, però, ha avuto un altro malore e così è stata chiamata l'ambulanza. Ha spiegato, dunque, perché hanno deciso di non attendere i soccorsi:

"Non voleva farsi mettere le mani addosso da nessuno che non fosse il suo cardiologo di fiducia. Non aveva i sintomi dell'infarto e voleva essere portato a Roma (…) Non lo abbiamo contraddetto per non farlo agitare di più. Pino era determinato e autoritario. Nessuno avrebbe potuto fargli cambiare idea".

Amanda Bonini, allora, ha accompagnato Pino Daniele a Roma. A sei minuti dall'arrivo in ospedale, però, ha smesso di parlare:

"In auto diceva di sentire un formicolio alle gambe e pensava che fosse un ictus. Quando il navigatore indicava che mancavano sei minuti all'ospedale S. Eugenio, ha smesso di parlare. Credevo fosse svenuto".

Poco dopo, l'ospedale ha annunciato la morte del cantante. Così la Bonini si è trovata a dover affrontare la furia dei fan e le frecciatine dell'ex compagna di Pino Daniele, Fabiola Sciabbarrasi. Ecco come ha commentato quanto sta accadendo:

"Sono serena perché ho rispettato la sua volontà. Ora mi sento come Cristo in croce. E' stata una tragica fatalità (…) Ho letto che un avvocato della moglie ha detto che sarebbe stato caricato in auto. Questa circostanza è inverosimile perché per me che peso 60 chili sarebbe stato impossibile sollevare un uomo di 130 chili".

Quindi ha concluso:

"Quando mi sveglio la vita è un incubo e a volte penso che non vorrei svegliarmi più".

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