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10 anni dalla morte di Pietro Taricone: quando il Guerriero si mostrò Uomo

Nell’anniversario della morte di Pietro Taricone, il ricordo speciale, un aneddoto inedito sulla sua vita dietro le quinte della prima stagione de “La nuova squadra”. Il post è stato pubblicato nel 2013, in occasione del terzo anniversario dalla sua scomparsa. È il racconto di un Pietro Taricone inedito, della sua reazione quando una della sue costumiste gli portò un quadro realizzato a mano in uncinetto per la nascita della figlia Sophie.
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Questo post è stato pubblicato per la prima volta il 29 giugno 2013, in occasione del terzo anniversario della scomparsa di Pietro Taricone. 

Esattamente oggi ricorre il terzo anniversario dalla scomparsa di Pietro Taricone ed è inutile stare qui a dirvi i modi, i tempi, i luoghi del "come è successo" e del "perché". Se ne è già parlato abbastanza. Quindi, mi piacerebbe condividere con voi un aneddoto che altrove non troverete. Perché è un racconto di gente comune, da dietro le quinte, di quelli che passano, all'apparenza, inosservati. Perché è un ricordo personale. Racconta di operai dello spettacolo che lavoravano tutti a braccetto, chi più, chi meno, e formavano la grande famiglia della prima stagione de La Nuova Squadra.

Io ero tra questi e del Guerriero conservo impresso nella mente il suo sorriso da guascone, la sua allegria vivace e contagiosa, la sua disponibilità. Ero uno dei piccoli che, in una macchina molto più grande di lui, osservava tutto "di sguincio", rubando esperienza dove più si poteva. Per questo conservo, oltre a qualche vecchia foto insieme, il ricordo di un uomo che non era mai musone, mai supponente. Un uomo che aveva poco del comportamento tipico degli attori. Qualche esempio a caso: non era di quelli che si lamentava per orari di convocazione fuori luogo. Per esempio, c'erano attori che spaccavano in due, letteralmente, i camerini. Non era di quelli che, nemmeno arrivavano, e si chiudevano in camerino latrando contro tutto e tutti, pretendendo "favori e companatico" dalle sette del mattino a seguire.

Pietro, uomo semplice, perché sapeva di essere, in fondo, un privilegiato. E non lo mascherava dietro velleità artistiche presunte, anzi il suo status se lo guadagnava, lavorando sodo tutti i giorni nel pieno rispetto di tutti i colleghi, dall'ultimo manovale al primo attore. Pietro voleva fare "l'attore serio", per questo si rintanò lontano dallo schermo televisivo, dopo quel primo Grande Fratello. La Nuova Squadra fu per lui un'occasione di crescita, soprattutto economica (si parlava di un contratto più alto rispetto al resto del cast), e non ne aveva mai fatto mistero.

Un uomo normale, ma speciale. Perché  quando, durante una pausa lavorazione a La Nuova Squadra, una delle costumiste gli portò un quadro con il nome di sua figlia realizzato a mano in uncinetto, una lacrima gli solcò il viso. Il Guerriero, ve l'avranno raccontato in tanti, aveva davvero un cuore d'oro e quando la costumista disse "Non pensavo ti piacesse così tanto", lui rispose: "E adesso che lo vede Kasia fa pure peggio…". Un uomo sereno e gentile.

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