Quel gran figo (e cocco di mamma) di Balotelli
Mario Balotelli ha trascinato l'Italia nella splendida (e già storica) semifinale europea con la Germania. La cosa più bella, da un punto di vista strettamente "gossip", è che finalmente sorride, mostra i muscoli (e che muscoli) e si riprende tutte le rivincite contro critiche, attacchi razzisti e gaffe di alcuni giornali. Un fisico scolpito, una roccia sexy con quelle tre strisce azzurre (i kinesio taping) che spuntano dalle zone basse e arrivano fino alla schiena, utili a prevenire infortuni su zone muscolari già colpite in passato (se vi eravate mai chieste a cosa diavolo servissero, adesso lo sapete!) e quello sguardo da guascone, provocatorio quasi a voler dire che si, è un italiano nero a portare la Nazionale in finale. Le donne adesso fanno a gara per averlo, Raffaella Fico invece lo ha gridato in tutti i modi: "Mario torna!", lui va avanti per la sua strada, con quell'atteggiamento da divo incompreso e arrabbiato con il mondo, anche quando le foto di copertina sono benevole con lui. Come un Jesse Owens dei tempi moderni, schiaffeggia la Germania con due super sberle e li manda tutti a casa. Tra tutti i calciatori sexy della Nazionale (e concreti), oggi c'è lui al primo posto del podio.
Quell'immagine da cocco di mamma. Le telecamere della Rai, ieri sera, hanno indugiato un abbraccio bellissimo che ha commosso tante persone in diretta televisiva. E' stato l'abbraccio con la sua mamma adottiva, lei quasi in lacrime, colma di gioia per un figlio che oggi guadagna le copertine non per una sua bravata, ma perché è l'eroe nazionale. In questa "italietta" fatta di tanta stampa strillona, sempre alla ricerca dell'obiettivo del giorno da colpire, quella di ieri sera è un'immagine che ci restituisce dignità ed orgoglio a livello sportivo, punto di forza per poter ripartire nelle prossime sfide che ci aspettano nella politica, nel nostro rapporto con le istituzioni e viceversa. E adesso lasciate cantare Balotelli e coccolatelo sempre, perché quando ha intenzione di giocare al calcio non ce n'è per nessuno. E poi, con quel marmo che nasconde sotto la maglia, può essergli perdonato tutto. Canta SuperMario: "Sono un italiano, un italiano nero".