Raoul Bova rinviato a giudizio per evasione fiscale, a processo anche ex moglie e sorella
L'attore Raoul Bova rinviato a giudizio per evasione fiscale. L'agenzia Ansa ha reso pubblica la decisione del gup di Roma, che ha disposto un processo per il noto volto cinematografico e televisivo, sua sorella Daniela e l'ex moglie di lui, la procuratrice Chiara Giordano. L'agenzia di stampa afferma che la prima udienza si terrà il 21 settembre 2016, davanti al giudice monocratico. La vicenda, che ha portato al rinvio a giudizio di Bova fa riferimento ad un caso giudiziario avviato nel 2013, quando emerse la notizia delle indagini relativi a tre milioni e mezzo di euro trasferiti illegittimamente alla Sammarco srl, con l'evasione Iva riferita alla cifra di 680 mila euro. Si tratta di un'azienda alla quale Bova ha ceduto i suoi diritti di immagine nel 1996 per un compenso minimo di 100mila euro l'anno. Il 20% stesso della società fa riferimento all'attore ed il restante 80% a sua sorella, Tiziana; mentre l'altra sorella, Patrizia, ricopre il ruolo di amministratore unico e l'ex moglie (di Bova, ndr) figura come il procuratore. In pratica, l'attore avrebbe costituito la società così da pagare un'aliquota Iva più bassa.
La questione, allora, si era sviluppata con la richiesta da parte del pm di un sequestro a Bova per equivalente in immobili. Richiesta avvenuta in due fasi, prima al gp e poi al Tribunale del Riesame. In ambedue i casi la richiesta è stata respinta con la seguente motivazione: "Si tratta di una condotta elusiva non espressamente e tassativamente prevista come tale dalla legislazione tributaria e che quindi può essere repressa esclusivamente con gli strumenti amministrativi".
La Procura di Roma contesta dunque ai tre su citati il reato di dichiarazione fraudolenta mediante artifici. A rilasciare una dichiarazione nel merito è stato l'avvocato difensore dell'attore, Giuseppe Rossodivita, che si dice "sbalordito dalla decisione di questo giudice. Sono state disattese le affermazioni del tribunale del riesame e della Cassazione. Il collegio dei giudici della libertà, ha scritto che manca il fumus e non c'è alcun reato. Adesso faremo il processo e lo dimostreremo in aula".