È capitato a chiunque di noi di avere una grande storia d'amore e poi, quando è finita, pensare di dover annullare quella persona che, per poco o tanto tempo, ha rappresentato una parte importante della nostra vita. Lo guardi, all'improvviso, come un estraneo, sei quasi costretto/a a reinquadrarlo come qualcuno che non è mai esistito, pur di neutralizzarlo. Capita che questo meccanismo di rimozione non sia esente da effetti collaterali, tra i quali l'imbarazzo di incontrare di nuovo, per caso, proprio questo nuovo estraneo che, un tempo, ha rappresentato un pezzo piccolo di futuro, l'ipotesi che accadesse un futuro. Un futuro diventato passato e all'improvviso archiviato come tentativo di costruzione non andato a buon fine, un cantiere fallito.
Quando questo accade a un volto dello spettacolo, gli effetti collaterali sono decisamente amplificati. Questo perché, come piagnucolava Miranda Priestly ne Il diavolo veste Prada, chi paga il prezzo della notorietà dovrebbe sempre trovare un modo per ‘non solleticare la stampa' dopo la fine di un amore. Figuriamoci quando si presenta l'occasione ghiotta di avere più amori finiti nello stesso studio. È ciò che è accaduto sabato scorso ad Amici di Maria De Filippi, quando Emma Marrone ha richiamato l'attenzione sullo studio ‘gremito' di ex fidanzati: "Ci potrei giocare a figurine, ce l'ho ce l'ho mi manca…".
Nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe stata proprio lei s focalizzarsi sul dettaglio di presenze incrociate che, vista la mole di inquadrature e primi piani, di certo non era sfuggito alla regia e, di conseguenza, nemmeno a chi seguiva il programma da casa. Ma Geppi Cucciari si era guardata bene di sbilanciarsi nella satira, la De Filippi si era sincerata, forse già in precedenza, che nessuno ci mettesse bocca e la triade Marrone-De Martino- Bocci sedeva armonicamente in postazioni né troppo vicine né troppo distanti. Che, strategicamente, rispondeva alla conditio: se non ci muoviamo forse nessuno ci vede.
Eppure, quel modo così sincero, scanzonato, quasi innocente di scherzare su se stessa, sulle loro storie finite, su rapporti che probabilmente oggi hanno trovato altra natura, ossigenandosi di sentimenti diversi, è apparso qualcosa di più di ‘una battuta demmerda‘, come da Emma erroneamente immaginato. La franchezza nel regalare un pezzo di vita privata, innestata in una pubblica e molto popolare, che fosse vicina a quella di tante altre vite in ascolto, di ragazze immerse nei loro amori non del tutto finiti, incompiuti ma non vanificati, ha trovato la sua più sana collocazione umana. Perché cos'è l'affetto se non un prolungamento di un sentimento che, pur non essendoci più, resiste alla testardaggine del principio, all'affermazione di una ragione qualsiasi che consenta il distacco? L'anarchia di una ragione che non sempre dovrebbe avere essa stessa ragione di esistere, soprattutto quando ha potuto contare sull'accoglienza della comprensione dei motivi che hanno portato alla rottura.
"La felicità è un’idea semplice", canta Emma dopo aver gridato la sua normalità sulla tv nazionale, aggiungendo ‘diciamolo, oggi non abbiamo problemi, ci vogliamo bene‘ mentre con lo sguardo frugava tra gli astanti alla ricerca degli occhi imbarazzati dei suoi ex. Lei, però, imbarazzata non sembrava esserlo per niente e la volontà di dare la medesima importanza all'amicizia così come all'amore è sembrata, tout court, una delle coniugazioni migliori con lo spirito del programma e dei suoi giovani telespettatori.