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Rita Rusic vince in tribunale contro Cecchi Gori, l’attico di Roma è suo

La battaglia legale tra Rita Rusic e l’ex marito in merito all’attico nel quartiere Monte Mario, viene sentnziata da una decisione di un tribunale di Roma, che ha assegnato l’appartamento alla Rusic, anche per il mancato versamento da parte di Cecchi Gori di un corrispettivo per l’acquisto di quote della proprietà della Rusic.
A cura di Andrea Parrella
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La guerra legale che ha riguardato Rita Rusic e l'ex marito, Vittorio Cecchi Gori, in merito alla causa relativa all'attico in via Platone, quartiere Monte Mario a Roma, di proprietà di Cecchi Gori ma in uso esclusivo e legittimo della Rusic, è stato protagonista sulle pagine del gossip nazionale nelle ultime settimane. Come noto, lo scorso 8 giugno, come riportarono le agenzie, Vittorio Cecchi Gori tentò di entrare in casa, accompagnato da un legale rappresentante ed un fabbro, ma si era visto negare l'ingresso. Chiamata la polizia ed i carabinieri, la porta venne forzata solo per accertare che non vi fossero malintenzionati in casa ed fu successivamente cambiata la serratura, distribuendo cinque nuove chiavi allo stesso Cecchi Gori e a Lierca Rusic, sorella della Rusic (che attualmente vive a Miami), in attesa che un giudice stabilisse l'uso della proprietà.

Come rende noto Leggo, riportando un comunicato diramato dall'ufficio stampa di Rita Rusic, un Tribunale di Roma ha stabilito "il possesso legittimo ed esclusivo dell'appartamento di via Platone, a Roma, alla signora Rita Rusic, che già lo occupa in via esclusiva dal 1999". La contesa legale si chiude dunque con una sentenza favorevole alla Rusic dopo una battaglia piuttosto lunga e avvelenata. Un altro particolare emerso dalla sentenza è una delle motivazioni con le quali il Tribunale ha suffragato la propria decisione, agendo "anche in considerazione della circostanza che Vittorio Cecchi Gori non ha mai versato il corrispettivo dell'acquisto delle quote di proprietà della signora Rusic, assistita dall'avvocato Carlo Arnulfo". La richiesta monetaria della Rusic era stata di 400.000 euro, alla quale si opponeva la denuncia e querela di Cecchi Gori per calunnie ed abuso.

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