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Roger Federer, la moglie Mirka e le due coppie di figli gemelli: la normalità di un campione

Il tennista svizzero diventa leggenda vincendo per l’ottava volta il titolo di Wimbledon. Un miracolo sportivo figlio di una stabilità e un equilibrio familiare senza i quali Federer ha sempre ammesso non sarebbe riuscito a fare ciò che ha fatto.
A cura di Andrea Parrella
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Roger Federer ha vinto per l'ottava volta il torneo di Wimbledon, la competizione tennistica più blasonata e competitiva di sempre, luogo di consacrazione di ogni tennista che voglia aggiungere il proprio nome alla storia di questa disciplina. Federer, il più grande di tutti, fa segnare un record probabilmente irripetibile: nessuno prima d'ora era riuscito a trionfare tante volte sull'erba londinese. Quando ha capito di aver messo a segno l'ace vincente che poneva fine alle ostilità nella finale con Marin Cilic, lo svizzero ha alzato le braccia al cielo come sempre e poi, commosso, ha portato le mani alla testa in segno di incredulità, rivolgendosi al suo angolo, verso i suoi cari. C'era il suo team, ma ci sono soprattutto Mirka, sua moglie, e i quattro figli, due coppie di gemelli.

Mirka, la colonna portante di Roger Federer

In queste settimane, dopo il ritorno a pieno regime di Federer tra i grandi, lo spettro del suo addio al tennis ha ricominciato ad aleggiare e interrogato sull'argomento lui ha risposto senza alcun indugio che tutto dipende da Mirka:

Senza di lei non potrei fare niente. Se mi dicesse ‘non posso viaggiare più’, direi ‘ok, la mia carriera finisce qui’. Semplice. Lei è la chiave di tante cose. E’ la migliore, è stata un supporto incredibile in tutti questi anni. Sono contento che mi permetta di inseguire quelli che sono i nostri sogni. Uso il plurale perché anche se lei si impegna in un altro versante, l’impegno e la dedizione che mette per fare in modo che io possa perseguire certi traguardi è uguale a quello che metto io

Parole che rendono chiari i perni sui quali si regge l'equilibrio del personaggio Federer. Miroslava “Mirka” Vavrinec e Roger Federer si conoscono nel 2000, lei tennista slovacca di tre anni più grande, lui all'alba della grande carriera che lo attende. Mirka ha sempre raccontato di un bacio che lui le ha dato alla fine del torneo dei giochi olimpici di Sydney. Lì inizia tutto: due anni dopo lei si ritira per infortunio, inizia a seguirlo in giro per il mondo, cura i suoi interessi, lo sostiene. Nel 2009 le nozze, poco prima delle nascita delle due gemelline.

Quattro figli, l'importanza di essere un buon padre

Un fenomeno normale, Federer, scapestrato da giovane, quando distruggeva racchette, aveva scatti di ira e rovinava molti match a causa di questo temperamento; poi regolare da adulto, sapiente e misurato, senza perdere un briciolo di quella sregolatezza che gli ha permesso di abbattere barriere, infrangere spesso le leggi tennistica fino a quel momento note. Per lui la famiglia è tutto e le priorità della vita, non lo ha mai nascosto, sono quelle di essere un buon marito e un buon padre. Vengono prima di giocare bene al tennis, anche perché quello gli viene naturale. Ieri, per la prima volta, i due gemellini maschi Leo e Lenny, la seconda nidiata dopo le gemelle nate anni prima Myla Rose e Charlene Riva, hanno assistito al trionfo del padre dagli spalti di del centrale di Wimbledon, immagine che sarà difficile vedere ripetuta ancora, per quanto da Federer ci si possa aspettare di tutto. Il tennista, seduto in attesa della consegna del premio, vedendo comparire i bambini nel players box del Centre Court di Church Road si è istintivamente commosso ed ha parlato della famiglia nel discorso di ringraziamento:

Per i bimbi questo è solo un grande prato verde dove giocare. Per ora. È davvero speciale averli qui. Adesso le bimbe sono più grandi e si divertono un po’ di più a vedermi giocare. Tutto questo è per noi, grazie alla mia famiglia

La rivalità con Nadal e i momenti di crisi

È quasi incredibile pensare al senso di normalità suscitato dalla situazione familiare di Roger Federer. Non che un campione, forse il più grande campione della storia di questo sport, debba essere per forza sedotto dai piaceri più immediati e forse futili della vita. Ma rifacendosi ad un testo diventato indicativo come la biografia di André Agassi "Open", si può facilmente intuire come, aldilà delle storie particolari, essere numeri uno in uno sport come il tennis, in cui giochi contro te stesso e un solo avversario, in cui successi e sconfitte non si condividono con compagni di squadra, è una condizione particolare che richiede un equilibrio profondissimo e non concede sconti a chi perde la serenità, anche solo per un attimo. È per questo che Roger Federer deve molto alla moglie, ai figli e alla sua famiglia. In questi anni ci sono stati momenti critici, parlando da un punto di vista sportivo. Su tutti la leale rivalità con Nadal e con avversari che hanno messo in discussione la sua leasership grazie ad una incredibile abnegazione e dedizione al lavoro. Ma anche l'esigenza di misurarsi col proprio talento debordante, di doverlo costantemente dimostrare, provare, verificare. Vedere un 36enne giocare a tennis con la stessa serenità con cui lo fai lui, non può essere casuale.

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