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Rossella Brescia: “Basta pensare che a una donna serva un figlio per sentirsi completa”

Rossella Brescia invita alla riflessione quanti continuano a pensare che a una donna sia necessario un figlio per sentirsi completa. Malata di endometriosi, la ballerina non è ancora riuscita ad averne ma precisa: “Non mi fisso. Se non succede, pazienza”.
A cura di Stefania Rocco
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Ballerina che divenne famosa nella trasmissione “Buona Domenica” di Maurizio Costanzo, Rossella Brescia è una donna che si è imposta per anni quale modello da seguire. Bellissima, talentuosa e per niente intenzionata a emergere per le qualità estetiche delle quali è stata generosamente dotata, si è sempre tenuta ai margini del mondo del gossip.

Sposata con Roberto Cenci, lasciò il regista per poi innamorarsi di nuovo di Luciano Cannito, suo collega ballerino e coreografo ad “Amici”. La loro storia prosegue ancora oggi ma, come già accaduto nel suo precedente matrimonio, la coppia non ha figli. Intervistata da “Vanity Fair” ancora una volta sull’argomento, Rossella ritiene che parlarne con semplicità sia il modo migliore per combattere il sentire comune secondo il quale una donna debba necessariamente avere dei figli per sentirsi completa. Nel suo caso non è andata così:

Finché si ha la voglia, si tenta. Ma non mi fisso. Ancora purtroppo passa il messaggio che una donna deve avere per forza dei figli per sentirsi completa. Io dico che se non succede, pazienza. Ci sono tanti altri modi di dare amore, oltre che essere madre. Un bambino lo puoi adottare, puoi prenderti cura di un membro della tua famiglia, magari un nipote, puoi dedicarti ai meno fortunati…Ci sono mille altri modi.

Rossella Brescia soffre di endometriosi

Rossella soffre di endometriosi, una patologia della quale si è parlato pochissimo per anni. Diffusa soprattutto tra le giovanissime, può condurre alla sterilità nei casi più gravi. Fu lei stessa ad aprirsi sull’argomento per la prima volta quando le domande intorno al suo desiderio di maternità cominciarono a farsi pressanti. Ancora oggi prosegue su quella strada, adoperandosi perché l’argomento non resti un tabù:

Grazie al cielo adesso se ne parla, ma se ne dovrebbe parlare di più. Bisognerebbe capire i sintomi delle donne, arrivare subito alla diagnosi giusta e poi non spaventarle: oggi si può stare molto meglio.

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