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Sabrina Paravicini ricorda la nonna: “La chemioterapia mi ha impedito di venire al tuo funerale”

Sabrina Paravicini ha ricordato l’adorata nonna, morta lo scorso marzo. L’attrice, rimasta nel cuore degli spettatori per avere interpretato Jessica Bozzi nella serie tv ‘Un medico in famiglia’, ha raccontato un aneddoto legato al giorno in cui l’ha vista per l’ultima volta. Poi, ha spiegato di non aver partecipato al funerale per via della stanchezza causata dalla chemioterapia.
A cura di Daniela Seclì
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Sabrina Paravicini ha ricordato l'adorata nonna, morta lo scorso marzo. L'attrice, rimasta nel cuore degli spettatori per avere interpretato il ruolo dell'infermiera Jessica Bozzi nella fiction ‘Un medico in famiglia‘, ha raccontato in un post pubblicato su Instagram, alcuni frammenti di ricordi che la legano a lei. L'ultima volta che l'ha vista era il 23 febbraio.

‘Sei malata?': l'ultimo incontro con l'adorata nonna

Sabrina Paravicini ha ricordato l'ultima volta in cui l'ha incontrata. Era il 23 febbraio. Due giorni più tardi, l'attrice avrebbe iniziato a sottoporsi alla chemioterapia per combattere contro un cancro al seno: "‘Sei malata?‘, mi hai chiesto l’ultima volta che ti ho visto. Era il 23 febbraio e il 25 avrei iniziato la chemioterapia. ‘Si nonna, ma mi stanno curando, domani torniamo a Roma per questo'. Avevi abbassato gli occhi come facevi ogni volta che non avevi parole per qualcosa che ti dava un dispiacere. Avevi ancora il tuo sorriso dolce e io avevo ancora i capelli". 

L'impossibilità di partecipare al funerale

Purtroppo, a fine marzo, la nonna di Sabrina Paravicini è volata via. L'attrice ha raccontato che la stanchezza dovuta alla chemioterapia non le ha permesso di prendere parte al funerale. Tuttavia, nel suo cuore non avvertiva tristezza. A confortarla era la consapevolezza di averla amata profondamente in vita. Non appena le è stato possibile, ha raggiunto la casa della nonna e si è messa a sedere sulla sua sedia, ormai vuota:

"Adesso siamo qui senza di te, sul divano accanto alla tua sedia vuota. Ma è solo il tuo corpo fisico a mancare. La tua presenza è nella tua assenza. E quindi infinita. Il giorno del tuo funerale a fine marzo ero troppo stanca per fare 800 chilometri e venirti a salutare. La chemioterapia mi ha costretta a stare a letto e lontana. Ma non ero triste. Come ora, sapere di averti sempre celebrata in vita con amore mi riempie il cuore di felicità. Ora me ne sto qui accanto alla tua sedia vuota a guardare quello che vedevi tu. Le montagne sono libere e domani non pioverà".

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