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“Terrorizza i clienti”, la sorella autistica di Natalia Vodianova cacciata da un bar

La ventisettenne Oksana è stata allontanata da un bar. A causa dell’autismo di cui è affetta, stava sbattendo la testa contro un muro. Il titolare del bar ora rischia fino a 5 anni di carcere per “violazione della dignità umana”. La modella Natalia Vodianova ha spiegato: “Non è un mostro, è una ragazza indifesa”.
A cura di D.S.
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In queste ore, la modella Natalia Vodianova ha urlato la sua indignazione sui social. Tutto è nato dal trattamento vergognoso che sua sorella Oksana ha dovuto subire. La ragazza ha 27 anni ed è autistica. È affetta da paralisi cerebrale. Insieme alla tata, si era recata al Café Flamingo a Nizhni Novgorod, 420 chilometri a est di Mosca. Dopo essersi accomodata ad uno dei tavolini liberi, ha iniziato a sbattere la testa contro il muro. La reazione del proprietario del bar è stata durissima. Ha urlato:

"Andatevene. State terrorizzando tutti i clienti. Faccia curare la sua bambina, e fatevi vedere in un luogo pubblico solo dopo".

La sua accompagnatrice ha spiegato al personale la malattia di Oksana e il suo modo di esprimersi tramite reazioni come quella o con grida e pianto. Le spiegazioni, però, non hanno fatto cambiare idea al titolare, che le ha invitate nuovamente ad andarsene, spingendole fuori dal suo bar.

Nel frattempo è intervenuta la polizia ed è giunta sul luogo anche la mamma di Oksana, Larissa Kusakina. Indignata dal trattamento riservato alla figlia, ha denunciato il proprietario del bar. Come riportato dal Daily Mail, l'uomo ora rischia di dover scontare fino a 5 anni di carcere per "violazione della dignità umana" e una multa fino a 7000 euro.

La modella, noto volto di Calvin Klein e Gucci, ha denunciato l'accaduto sui suoi profili social, spiegando che sua sorella "non è un mostro":

"Quegli uomini forti hanno attaccato una ragazza indifesa. La mia Oksana è innocua. La sua colpa è solo quella di essere diversa. […] Mi sento così dispiaciuta per mia madre, per Oksana e soprattutto per la nostra tata che ha coraggiosamente fatto fronte alla situazione. Il mio non è un caso isolato. È la realtà di tutte le famiglie che crescono figli con bisogni speciali. Questo deve essere un campanello d’allarme".

Il suo post è diventato ben presto virale e la notizia ha fatto il giro del mondo. Il presidente della fondazione Vikhod che lotta per la difesa dei diritti delle persone affetta da autismo, ha dichiarato:

"Il problema principale è costituito dalle persone comuni che dicono: "Portate via il vostro bambino malato di mente dal cortile dove giocano i bambini normali" oppure "Non voglio che il mio bambino studi a scuola con il vostro mostro".

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