Tomaso Trussardi adolescente era già sexy, la Hunziker ha scelto bene
Tomaso Trussardi, neo marito di Michelle Hunziker, era destinato a diventare un sex symbol già da quando era solo un ragazzino. Le foto ripescate dalle campagne pubblicitarie della Trussardi Jeans lo dimostrano appieno. Aveva 13 anni Tomaso quando, insieme alla sorella Gaia, diventò testimonial di una serie di campagne lanciate dal brand di famiglia. Lo sguardo intenso, la capigliatura finto disordinata e il broncio sensuale ricordano molto le caratteristiche che il papà di Sole sfoggia oggi, segno che la Trussardi aveva già compreso che sarebbe diventato l’uomo dall’indiscutibile fascino che ammiriamo ogni giorno accanto alla Hunziker. La campagna che risale a diversi anni fa è stata riproposta di recente, proprio in virtù dell’acquisita popolarità di Tomaso, uno tra gli uomini più chiacchierati del jet set in virtù della relazione con la conduttrice di Striscia la Notizia. Accanto a lui nelle foto in questione compare anche la giovanissima Gaia Trussardi, oggi stilista del brand che all’epoca aveva solo 17 anni. Orgogliosa dell’inedito ruolo da modella e del lavoro svolto a partire da quel momento nel campo della moda, dice:
Trussardi non sarebbe Trussardi senza il jeans. Ci credeva nostro padre e ci crediamo noi. Allora erano paninari prima e yuppy dopo. Ora sono donne e uomini, che vestono il denim nel loro familiare e conviviale: effortless elegance, eleganza senza sforzo è il nostro motto. Non il jeans del jeansarolo ma quello che rispecchia i codici precisi del nostro Dna: più “puro” quindi senza lavaggi o super trattamenti e se ci sarà uno strappo sarà studiato e mai volgare.
Il racconto di Gaia Trussardi: “Ci stiamo rinnovando”
All’epoca, Gaia e Tomaso non immaginavano che un giorno sarebbero stati a capo della fortunata azienda di famiglia:
Diciamo che dopo tutto quello che ci è successo di certezze non ce n’erano. Sapevo solo che avrei fatto la stilista, ma a 23 vivevo ancora a Londra e rifiutavo di ascoltare quando mia madre mi telefonava le dicevo: cosa vuoi? Vuoi controllarmi? Era mancata la persona che era il fulcro, il magnete della famiglia: e c’è voluto un po’ prima di ricomporre il puzzle in maniera diversa. Però non sono state le morti di nostro padre e di nostro fratello Francesco a unirci così. Lo eravamo già prima. Tutt’al più ci hanno diviso, per un po’. Ognuno a vivere il proprio dolore, cercando una strada propria. Mia sorella Beatrice è stata brava a traghettare l’azienda, si è sacrificata per dieci anni, sino a che non siamo “rientrati” noi e ora si gode i suoi figli. Stiamo facendo un bel lavoro di rinnovamento.
Ma il passato non è da buttare e la campagna che la vede protagonista insieme a Tomaso ne è una dimostrazione.