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Vanessa Bryant denuncia chi ha scattato foto non autorizzate sul luogo dell’incidente di Kobe

Vanessa Bryant, vedova del giocatore di basket Kobe ha annunciato di sporto denuncia per le foto non autorizzate scattate sulla scena dell’incidente in cui hanno perso la vita il marito e la figlia Gianna: “Questa denuncia serve esclusivamente a proteggere le vittime e a far sì che non succeda più”
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Vanessa Bryant, vedova del giocatore di basket Kobe ha annunciato di sporto denuncia per le foto non autorizzate scattate sulla scena dell'incidente in cui hanno perso la vita il marito e la figlia Gianna. A scattare quelle immagini alle vittime del disastro sarebbero state alcune persone appartenenti al Dipartimento dello sceriffo di Los Angeles che non avrebbe avuto, però, l'autorizzazione a diffonderle. Per questo motivo nella richiesta di danni si citano danni per stress emotivo e angoscia mentale, stando a quanto si legge nel documento ottenuto da People.

Il motivo della denuncia di Vanessa Bryant

La donna, inoltre, avrebbe chiesto esplicitamente di rispettare la privacy della famiglia, cosa che non sarebbe stata rispettata. "Non meno di otto vice sceriffi erano sulla scena scattando foto alle vittime, ai parenti e a chi era sul posto – si legge nel documento -. Come il Dipartimento avrebbe ammesso successivamente, non vi era alcuno scopo investigativo perché quelle persone scattassero foto sul luogo dell'incidente. Si evionce, quindi, che i vvice sceriffi abbiano scattato foto per propri scopi personali".

Una denuncia per evitare che succeda ancora

Ad essere autorizzati a scattare foto in quel momento, quindi, erano solo il coroner e gli ispettori del National Transportation Safety Board, un'agenzia investigativa del Governo, stando a quanto dichiarato nei giorni scorsi dal Sindaco Alex Villanueva: "Questi sono gli unici due gruppi di persone che erano autorizzate, tutti coloro che non ne facessero parte non lo erano e quelle foto non erano consentite". "Questa denuncia serve esclusivamente a proteggere le vittime e a far sì che nessuno abbia più a che fare con questo tipo di comportamento, in futuro" ha dichiarato un portavoce della famiglia, che ha aggiunto che "quando una famiglia soffre la perdita di persone amate, hanno il diritto di aspettarsi che saranno trattati con dignità e rispetto".

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