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Vanessa Incontrada: “Più che lo sguardo degli uomini, mi fa pensare la cattiveria di certe donne”

Ecco l’intervista a Vanessa Incontrada nel numero di Vanity Fair diventato già un cult, quello in cui si mostra completamente nuda e si eleva a simbolo di body positivity: “La cattiveria di certe donne mi fa pensare. Sul set, mi portavano i vestiti da provare e non me ne andava nemmeno uno. Scoppiai a piangere, ci fu Giorgio Panariello ad asciugarmi le lacrime”. Oggi finalmente si accetta: “Siamo donne, il nostro corpo funziona così. È naturale, va accettato e va soprattutto rispettato”.
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Dopo la diffusione della copertina del numero 40 di Vanity Fair, con la foto di Vanessa Incontrada nuda diventata virale, ecco finalmente l'intervista all'attrice diventata il simbolo di una battaglia culturale – la body positivity – che, come scrive Simone Marchetti, "ci riguarda tutti". È stata giudicata per il suo corpo cambiato dopo la gravidanza, sul web non le fu perdonato di essere ingrassata. Ma Vanessa Incontrada è sempre stata bellissima, in ogni sua forma. Ha fatto molto fatica ad accettarsi, rivela, ma ha incontrato tante persone che le hanno dato una mano – menziona su tutti Giorgio Panariello, bellissimo l'aneddoto sul set di uno spot. Poi, la pace con il suo corpo il giorno del monologo in tv nello show con Gigi D'Alessio, quello ormai famoso come "La perfezione non esiste". 

L'intervista a Vanessa Incontrada

Vanessa Incontrada si è spogliata di ogni pregiudizio a Vanity Fair e si è raccontata finalmente liberamente. Interessante il passaggio nel quale sottolinea che a preoccuparle non è "lo sguardo degli uomini" ma "la cattiveria delle donne".

Guardi, io non vedo un vero problema nello sguardo degli uomini. Diciamo che la cosa che mi fa più pensare è la cattiveria di certe donne, piuttosto. Invece di essere complici e solidali, a volte ti giudicano in una maniera così spietata da farti riflettere. Personalmente devo dire che sono fortunata, perché ho un pubblico femminile che invece apprezza ogni centimetro della mia bellezza. E anche questo mi fa pensare

Le prime critiche dopo la gravidanza

Nel 2008 nasce il figlio di Vanessa Incontrada Isàl e il suo corpo si trasforma: "E il mio si trasformò molto", spiega l'attrice. Partirono le prime critiche.

Critiche feroci. Critiche crudeli. Si dice sempre che i peggiori attacchi arrivino da  chi conosci. Io non la penso così: le parole che mi ferirono di più arrivarono da persone sconosciute. Ero delusa e disorientata: ma perché essere così cattivi?

Le lacrime e l'aiuto di Giorgio Panariello

Ritornare sul set con il corpo cambiato fu uno shock. Vanessa Incontrada racconta:

Nel camper che fungeva da camerino, mi portano i vestiti da provare. Li passo tutti in rassegna e non me ne entra nemmeno uno. Dico, neanche uno. Senza rendermene conto, senza riuscire a controllarmi, scoppio in un pianto così sonoro che mi sentono tutti. Sa che cosa mi ha aiutato? Non lo scorderò mai. Giorgio Panariello era protagonista con me su quel set. Arriva, mi abbraccia e mi sussurra parole così belle che ricorderò per sempre. L’abbraccio di Giorgio fu come quello di una madre, lo stesso abbraccio che mi viene voglia di dare a me stessa quando riguardo certe apparizioni del passato. Cos’è successo poi su quel set? Quello che succede nella vita di tutte le donne. A volte prendi peso, altre lo perdi. Un mese sei a dieta e vuoi perdere quei tre chili, un altro ti senti a posto con te stessa. Siamo donne, il nostro corpo funziona così. È naturale, va accettato e va soprattutto rispettato. Nessuno ti può né ti deve giudicare.

Il monologo in tv: la perfezione non esiste

Il monologo sull’impossibilità della perfezione di Vanessa Incontrada a “20 anni che siamo italiani” è ancora vivo nei ricordi degli appassionati della televisione. Da quella sera, Vanessa Incontrada ha fatto pace con il suo corpo.

Poco tempo fa. Per l’esattezza quando ho recitato il monologo in televisione. Mi sono sentita a casa, a mio agio, protetta. E ho finalmente capito che la battaglia del corpo non riguardava più me, ma tutte le donne. E che se potevo mettere a disposizione di altre la mia esperienza, be’ era arrivato il momento di farlo.

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