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Belen interrogata nel processo contro Le Iene: “Mi sento come se avessi fatto qualcosa”

La soubrette argentina al Tribunale di Milano come teste per il processo contro “Le Iene” e altri vip, querelati per diffamazione da Cairo Editore.
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"Che brutta situazione, mi sento a disagio come se avessi fatto qualcosa". È il commento di Belen Rodriguez durante l'interrogatorio che si è tenuto questo pomeriggio nel corso del processo per diffamazione al Tribunale di Milano contro "Le Iene". A querelare la trasmissione è stata la Cairo Editore, proprietaria delle riviste "Nuovo e "Diva e Donna", che in alcuni servizi della trasmissione di Italia 1 si vedeva porre dei dubbi sulla veridicità di alcune interviste apparse proprio sui settimanali in questione. La Rodriguez è stata ascoltata come teste in merito ad uno degli articoli pubblicati da "Diva e Donna" che riportava dichiarazioni a suo titolo che lei però sostiene di non aver mai rilasciato.

"Sono tutte bufale" avrebbe dichiarato la soubrette, che ha poi specificato di non aver mai avuto intenzione di querelare perché "sono cose che non ti portano mai a niente". Quando le è stato contestato che le informazioni contenute nell'articolo erano state riportate dal suo amico Gabriele Parpiglia davanti alle telecamere di ‘Verissimo', Rodriguez ha spiegato che in quel periodo lei non aveva rapporti con lui. Nel processo risultano a carico l'ex direttore di Italia 1, Luca Tiraboschi, dell'autore e regista delle ‘Iene' Davide Parenti, del giornalista Filippo Roma, delle showgirl Elenoire Casalegno e Vanessa Incontrada e dei cantanti Gigi D'Alessio e Anna Tatangelo, tutti accusati di diffamazione dalla Cairo Editore.

Il servizio de Le Iene

È il 27 gennaio 2013 quando "Le Iene" mandano in onda un servizio di Filippo Roma dove Elenoire Casalegno, Gigi D'Alessio, Vanessa Incontrada, Anna Tatangelo e altri vip si sfogano e accusano il direttore di "Nuovo", Riccardo Signoretti, di aver pubblicato dichiarazioni mai rilasciate al giornale edito dalla Cairo Editore. La "iena" allora si rivolge proprio a Signoretti che risponde: "Tutte le nostre interviste sono registrate, i collaboratori sono invitati a registrate tutto".  Anche nei mesi successivi, la trasmissione di Italia 1 tiene i fili e i contatti con Signoretti per una storia che chiamerà "Le interviste fantasma".

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