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Il figlio di Mike scrive al Corriere: Aiutatemi a trovare mio padre

Michele Bongiorno, figlio del celebre Mike, ha scritto una lettera al Corriere della Sera in cui racconta il dolore vissuto a partire dallo scorso gennaio, dal momento in cui la salma di suo padre fu trafugata dal cimitero di Dagnente. Ecco il testo della missiva.
A cura di Stefania Rocco
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michele bongiorno

Dal momento in cui la bara di Mike Bongiorno fu trafugata, la sua famiglia non è in grado di darsi pace. La scomparsa di uno dei personaggi televisivi più celebri di tutti i tempi aveva già profondamente prostrato il pubblico che negli anni l’ha amato ma, dallo scorso gennaio, la situazione in cui versano i fan del noto presentatore è diventata insostenibile. Oggi, a quasi otto mesi da quel terribile giorno, il figlio Michele scrive una lettera al Corriere della Sera per rendere pubblico, ancora una volta, il suo dolore affinchè i responsabili di questo gesto ignobile possano farsi avanti e restituire ciò che, illegittimamente, è stato rubato loro.

La scomparsa di Mike

Mike morì nel settembre del 2009, colpito da un infarto durante una vacanza a Montecarlo. I funerali del presentatore richiamarono persone da ogni parte d’Italia, folle di fan, personaggi del piccolo e grande schermo e della politica italiana venuti a rendergli omaggio nel giorno in cui la sua lunga vita, costellata di successi, si è spenta. La dignità del dolore dimostrato dalla sua famiglia commosse l’Italia intera, stretta intorno alla moglie Daniela Zuccoli e ai figli Michele, Nicolò e Leonardo. Dopo i funerali, il primo terribile evento che ha segnato una catena di orrore, costruita intorno alla morte di questo grande uomo.

la bara di mike bongiorno

Mike, dopo la morte, è diventato un vero e proprio business. Prima, la notizia legata al furto della sua salma, incredibile sotto ogni punto di vista, e in seguito quella legata al suo testamento trafugato, il secondo redatto da Mike e affidato nelle mani dell’amico commercialista Livio Strazzera.

Le ricerche della famiglia

Da quel momento in poi, instancabili, i suoi cari hanno fatto tutto quanto in loro potere per ritrovare il corpo della persona da loro tanto amata. Daniela offrì addirittura un riscatto a patto che le fossero restituite le spoglie di suo marito. Dal momento del furto, avvenuto a gennaio 2011, non c’è però più stata alcuna notizia. I ladri, della peggior specie considerata la natura della refurtiva, non hanno dato loro notizie nel timore di essere riconosciuti e denunciati, dato il polverone mediatico sollevato. Inutili gli appelli resi noti a mezzo tv o lanciati attraverso i giornali – l’ultimo è stato l’appello a Che tempo che fa – poiché dei malviventi non si è mai avuta traccia.

la famiglia di Mike Bongiorno

La lettera di Michele Bongiorno al Corriere della Sera

Oggi, con l’ultimo, disperato tentativo di ottenere giustizia, Michele Bongiorno ha deciso di scrivere una lettera al Corriere della Sera. Nella missiva è riportato nero su bianco tutto il dolore legato alla vicenda, una situazione così surreale che mai ci si sarebbe aspettati potesse realmente realizzarsi. A pochi giorni dalla notizia della fiction su Mike Bongiorno, il figlio sceglie di approfittare di questo momento al fine di riacutizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla vicenda. Ecco che cosa ha scritto:

Domani cade per la seconda volta la ricorrenza della scomparsa di mio padre Mike Bongiorno. Il primo anno in cui sentivo avvicinarsi questa data provavo una profonda inquietudine per questo evento che prima o poi spetta a tutti un giorno nella vita. Come avrei reagito? Aver sopportato questo lungo anno di tensione avrebbe permesso dopo un senso di liberazione? In fondo la vita deve andare avanti…dopo un anno di lutto bisognerà pur tornare alla vita normale…seppure questa non sarà mai più come prima…Certamente ho capito che le ricorrenze non sono dei punto e a capo, che il dolore e la mancanza continueranno a essere presenti ogni giorno e che la guida e i consigli di un padre, di un grande padre, si ricercano nei propri pensieri per sempre. Per nostra madre, per me e i miei fratelli questa seconda ricorrenza avviene otto mesi dopo la profanazione della tomba e il rapimento della sua salma. Per quanto il clamore della notizia e lo sdegno suscitato in tutta Italia abbiano smosso un sentimento di solidarietà fortissimo, le ricerche investigative non hanno purtroppo portato a piste concrete per il ritrovamento. Da molti mesi è però calato un silenzio, sicuramente anche di rispetto verso la nostra famiglia visto la delicatezza della situazione, ma che a volte suona anche di arresa. Viviamo questa seconda ricorrenza non solo con ancora più dolore della prima, ma con in più un forte senso di «spaesamento» verso un gesto che non si è ancora chiarito e che facciamo fatica a pensare di dover un giorno spiegare ai nostri figli o nipoti. Desideriamo chiedere alle istituzioni, alle forze dell'ordine e a chiunque sappia qualcosa di non abbandonarci e che venga fatto ancora tutto il possibile perché sia risolta questa situazione per ciò che è giusto. Al di là di ragionamenti su chi soffre e chi tanto non può più soffrire, su chi ha commesso un atto vile e vergognoso e su come e quanto va punito, sul non concedersi mai a sentimenti di vendetta, nonostante il conforto degli italiani che incontriamo per la strada che ci abbracciano si commuovono e ci chiedono se ci sono novità, e anche oltre a filosofie sull’ anima e sul corpo, crediamo che siano di immenso valore la memoria, le nostre tradizioni e la nostra cultura. E mio padre per primo ci ha insegnato che è giusto e bene poter andare a trovare i propri cari e portare loro un fiore sulla tomba.

Speriamo che, almeno in questo caso, il suo appello serva a qualcosa perché una nazione che ha tanto amato Mike non può accettare di proteggere i responsabili di una tale barbarie, commessa ai danni di una persona che, negli anni, ha contribuito a unire l’Italia e a farla entrare all’interno del sogno della tv così come lo conosciamo oggi.

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