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Alberto Angela discute con un paparazzo e interviene la polizia, il conduttore: “Tutelo mio figlio”

Il settimanale Oggi pubblica le foto di Alberto Angela che, sorpreso per strada a Roma con il figlio minorenne, si avvicina al fotografo per chiedergli di cancellare le foto in questione. A intervenire sul posto è la polizia che media il dialogo tra i due. “Min sentivo in dovere di tutelare mio figlio” ha fatto sapere il divulgatore scientifico.
A cura di Stefania Rocco
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Discussione in strada a Roma tra Alberto Angela e Mattia Brandi, professione fotografo. Paparazzo con oltre 20 anni di esperienza alle spalle, l’uomo ha sorpreso il noto divulgatore scientifico durante una passeggiata con il figlio minorenne e, pensando di poter utilizzare le foto in questione data la popolarità del figlio di Piero Angela, ha deciso di fotografarlo. Quando il giornalista e scrittore si è reso conto di essere oggetto dell’attenzione di Brandi, si è avvicinato per chiedergli di cancellare gli scatti così da tutelare il figlio ma il paparazzo si è rifiutato di separarsi dalle foto ottenute.

L’intervento della polizia

Quando Brandi si è rifiutato di cancellare le foto di Angela con suo figlio, sul posto è intervenuta la polizia. Il fotografo ha spiegato le sue ragioni, sostenendo di essere in diritto di scattare foto ad Alberto Angela perché realizzate in un luogo pubblico a un personaggio noto. Il viso del minore, in ogni caso, sarebbe stato oscurato. “Dopo venti minuti di discussione mi è sembrata la cosa più sensata da fare” ha dichiarato il fotografo Brandi a Oggi, sostenendo che gli agenti, dopo avere registrato le generalità dei presenti, si sono allontanati senza ravvisare alcun reato. “Ero stupefatto, non mi è mai successo che un vip reagisse così” ha aggiunto ancora il paparazzo.

La versione di Alberto Angela

Raggiunto dal settimanale, Angela ha raccontato di avere tentato di salvaguardare gli interessi del figlio. Dopo l’attenzione ricevuta dal secondogenito Edoardo, lo scrittore avrebbe preferito non correre rischi: “Non mi nego mai ai fotografi, sono disponibilissimo anche per i selfie col pubblico, ma da padre di famiglia mi sentivo in dovere di tutelare i diritti di mio figlio minore. E comunque, il dialogo tra me e il fotografo si è svolto in un clima di assoluta cordialità”.

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