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Annalisa Minetti sulle critiche per aver avuto figli da non vedente: “Siete voi i veri disabili”

Annalisa Minetti risponde su Il Corriere della sera alle critiche sopraggiunte sull’aver messo al mondo dei figli pur essendo una non vedente. La sua cecità non è mai stata un ostacolo nella vita e men che meno ha mai rappresentato un motivo per non sentirsi madre come tutte le altre donne. “Questi non possono essere considerati normodotati” ha dichiarato rispetto agli utenti che si fanno portavoce di commenti così inopportuni.
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La foto di mamma Annalisa Minetti che stringe a sé la figlia Elena ha sollevato un enorme polverone social, demarcando ancora una volta il labile confine tra considerazione e critica fuori luogo. La cantante, da sempre paladina di una battaglia sociale contro i limiti imposti dalla disabilità, ha messo al mondo la sua seconda bambina con l’attuale marito Michele Panzarin, mentre il primogenito Fabio l'ha avuto 10 anni fa con l'ex Gennaro Esposito. Ad oggi, può dirsi una genitrice serena e appagata, se non fosse che nei commenti alla foto in questione sia spuntata una critica piuttosto amara e inopportuna:

Io non avrei mai messo al mondo dei figli che non potrei mai vedere, mi sembra che si è sposata addirittura due volte, fa mille attività, corre, canta, credo che avrà una stregua di persone che l’aiutano… sai, non mi va di giudicare, forse è un modo per non impazzire e non pensare.

Raggiunta da Candida Morvillo per il Corriere della sera, Annalisa Minetti ha così risposto alla domanda su quanto avesse avvertito il senso di maternità da un certo momento in poi della sua vita: "Mi sono chiesta se ero in grado di essere madre. Dovrebbero farlo tutti. Me lo sono chiesta soprattutto per l’ultima gravidanza, quando la malattia aveva concluso il percorso e sapevo di non potermi appoggiare più neanche alle ombre. Avevo paura, ma la paura è un’opportunità per scoprirsi coraggiosa. La paura è che non sai che è il cuore a farti vedere le cose. Io quello ce l’ho e va a tremila".

Rispetto alle critiche e ai commenti al vetriolo, ha spiegato in che modo ha preferito ‘difendersi': "Ho preferito non cancellarli affinché tutti possano vedere in che società debole viviamo. Poi, lo scrittore Iacopo Melio ha fatto un post e sono arrivati tanti messaggi di solidarietà, segno che esiste un Paese migliore che ha voglia di essere resiliente. La mia storia dimostra che non c’è limite fisico che possa fermare la nostra volontà […] Questi non si possono considerare normodotati. La disabilità si mostra in mille modi e io mi sento una madre più idonea di questi instabili. A me, manca la vista, loro hanno un ritardo cognitivo".

Non ha problemi nemmeno nello spiegare come questi mille aiuti e sostegni per mandare avanti una famiglia siano, ancora una volta, il frutto di una fervida immaginazione poco circostanziata: "Mio marito, Michele Panzarino, fa il ricercatore scientifico, c’è poco, ho una tata come mille altre donne. Non tiene i bimbi mentre io faccio niente, ma mi aiuta mentre faccio la spesa o porto mio figlio a scuola". E sul non vedere il volto dei suoi figli: "È l’unica cosa che mi stringe la gola. Non tocco mai il loro viso, non capirei comunque e perciò cerco di non essere curiosa, ma ne soffro".

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