Brando non è il figlio di Eddie Murphy, l’attore ha vinto la causa
All'inizio di quest'anno è scoppiato il caso del presunto figlio illegittimo di Eddie Murphy. Il suo nome è Brando Murphy, è un comico e da tempo ha fatto il possibile per gridare ai quattro venti di essere il figlio dell'attore. Brando sarebbe arrivato anche a vere e proprie scenate in pubblico. Spesso e volentieri, infatti, il ragazzo si sarebbe presentato al “Coffee Bean & Tea Leaf” – locale frequentato dall’attore – mettendosi poi ad urlare ai clienti presenti: “Mio padre non mi parla”. A queste dimostrazioni pubbliche, però, si contrapponevano le dichiarazioni in cui precisava di non aver mai affermato di essere figlio di Eddie Murphy. Salvo, poi, intraprendere un tour con con il figlio di Richard Pryor, per lo spettacolo "Sons of Comedy", dove lasciava che tutti lo indicassero come la progenie del 53enne.
I legali di Eddie Murphy hanno subito preso la situazione di petto, intimando a Brando di smetterla di insinuare di essere figlio dell'attore, altrimenti sarebbe stato costretto a pagare un rimborso milionario. Il tutto, infine, era sfociato in un'accusa di stalking. Lui, però, non si è lasciato intimorire e dopo aver definito quelle minacce: "vili, spregevoli, indegne, squallide e ripugnanti", ha trascinato il presunto padre in tribunale. Come riporta l'Hollywood Reporter, Brando ha innanzitutto rivendicato il diritto di usare il cognome Murphy, specificando:
"Il cognome Murphy è di origini irlandesi…non è un'esclusiva di Eddie Murphy, un uomo di colore, con antenati africani e un cosiddetto Afroamericano."
Poi ha denunciato anche il "National Enquirer" e il "The Wendy Williams Show", rei di aver creato danni alla sua reputazione, con dei servizi sul caso.
Eddie Murphy ha vinto la causa
Le prove portate in aula da Brando, per supportare le sue tesi, non sono state ritenute valide. Il giudice William Stewart, inoltre, ha affermato che il giovane ha alimentato da solo le voci sulla vicenda, rilasciando interviste ai media. Non è stata, dunque, accettata la sua richiesta di un risarcimento pari a 50 milioni di dollari.