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Carlo Conti: “Mia madre mi ha cresciuto da sola e senza soldi, ha dedicato la vita a me”

Carlo Conti racconta l’infanzia vissuta senza papà, morto quando lui aveva 18 mesi: fu la madre Lolette a crescerlo da sola e a sostenerlo anche quando lasciò un sicuro lavoro in banca per tentare la carriera nell’intrattenimento.
A cura di Valeria Morini
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Carlo Conti si racconta tra pubblico e privato in un'intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera. Più che sulla carriera, il conduttore Rai si sofferma sulla sua vita privata e sulla sua infanzia, vissuta senza padre e con una madre forte e determinata che l'ha cresciuto da sola: ricordi che lo hanno portato a emozionarsi molto.

L'assenza della figura paterna

Il suo primo ricordo? "Vorrei fosse il mio babbo", dice il conduttore, che invece non ha purtroppo alcune memoria del genitore. Il signor Giuseppe Conti morì quando Carlo aveva soltanto 18 mesi. I primi tempi furono economicamente difficili e fu grazie a un "miracolo" che la madre riuscì ad andare avanti:

Mia mamma mi fece da madre ma soprattutto da padre. Non aveva una lira: aveva speso tutto in cure sperimentali, inutili. Avrebbe potuto gettarsi dalla finestra con me in braccio. Tornata a casa dal funerale, trovò nella cassetta della posta 500 lire. Si convinse che le avesse messe santa Rita. Trovò nella fede la forza di continuare.

La forza della madre Lolette

Lolette Conti, scomparsa nel 2002, si chiamava così in omaggio al melodramma italiano: "Il nonno, livornese come Mascagni e suo grande amico, era andato con lui a vedere un’operetta: la protagonista si chiamava Colette. Tornò a casa e disse alla nonna che aveva trovato il nome per la prossima figlia. L’impiegato dell’anagrafe sbagliò a trascrivere, la C divenne L". Non si risposò mai:

Aveva dedicato la sua vita a me. A volte penso che se fosse stato il mio babbo a crescermi sarei un uomo diverso. Non mi sono mai sentito sfortunato. Mamma mi ha trasmesso la leggerezza e l’amore per la vita, oltre all'attenzione per chi aveva meno di noi.

La mamma Lolette è stata una donna anche "dura, se necessario. Un giorno trovai un pacchetto di Muratti Ambassador sul frigo. Mi disse: “Prima che lo facciano gli amici, ho pensato di farti provare io”. Mentre accendevo, aggiunse: “Sappi però che il tuo babbo con il fumo c’è morto”. Cominciai a tossire. È stata la prima e ultima sigaretta della vita".

Dal lavoro in banca alla carriera di Rai

C'è spazio anche per un breve excursus sulla vita professionale, con un particolare che forse non tutti conoscono: per quattro anni, Conti lavorò in banca, prima di rendersi conto che quella non era la sua strada. Anche in questo caso, la madre lo sostenne: "Un mattino, dentro un ingorgo in piazza della Libertà, decisi che non potevo passare otto ore al giorno a fare un mestiere che non mi piaceva. Entrai e dissi al direttore che mi licenziavo. A quel punto il problema era dirlo a mamma. Capì". Poi, approdò in radio e negli spettacoli locali con gli amici Panariello e Pieraccioni, fino a che non venne notato da un consigliere Rai che lo segnalò all'azienda. Così cominciò la carriera in Rai, che non ha mai lasciato malgrado una allettante offerta da Mediaset: "Me lo chiesero molti anni fa: aggiungevano uno zero al mio contratto, 100 milioni di lire diventavano un miliardo. Ma non avevo capito quel che andavo a fare. Meglio crescere poco per volta".

L'amore per la moglie Francesca

Nel 2012, a 51 anni, Conti ha sposato Francesca Vaccaro, che nel 2014 lo ha reso papà per la prima volta, del figlio Matteo. Il conduttore ha raccontato com'è nato il loro amore, sbocciato grazie alla Rai, interrotto da una momentanea rottura e consolidato da un ritorno di fiamma definitivo:

Era aiuto-costumista a Domenica In. Abbiamo avuto una storia. Poi in me è prevalso l’istinto dei single. Alla fine sono tornato indietro. Lei c’era.

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