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Cinque anni senza Pietro Taricone, come lui nessuno più

A cinque anni dalla sua morte, non si esagera a dire che come Pietro Taricone non ne nasceranno più. Lui è stato il “soggetto Zero” di qualcosa che ha cambiato l’intrattenimento, dando vita ad una rivoluzione che, oggi, resta distante dalla televisione.
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Cinque anni senza Pietro Taricone. Quando il ricordo del Guerriero sembra quasi affievolire con il passare del tempo, il mutare delle tecnologie, con i personaggi dei reality che si rincorrono e si susseguono sempre uguali a se stessi, è proprio allora che pensi che uno come Pietro non nasce più. Intendiamoci, non è stato un eroe, non è stato un luminare ma in vita è stato spesso osteggiato solo per essere uno dei primi a beneficiare di una carriera nel cinema e nella tv, dopo un reality show (critiche che, per esempio, non sono mai state spianate con la stessa ferocia nei confronti di Luca Argentero). Ne avevo già parlato di Pietro in "Quando il Guerriero si mostrò Uomo", quando correva il terzo anniversario della sua scomparsa. No, non sono io il beneficiario esclusivo della sua memoria per Fanpage.it, ma sentivo comunque di condividere in forma breve, un altro piccolo pensiero.

Pietro Taricone è stato un uomo normale, che ha simboleggiato nel nostro immaginario l'inizio di un nuovo modo di utilizzare i media. Il voyeurismo a cui ci ha iniziato la prima edizione del Grande Fratello, quell'antipasto di "social era", ha rappresentato per noi un po' quello che è stato il monolite di Kubrick in 2001. Pietro Taricone e la tenerezza del suo rapporto con Cristina Plevani, altro simbolo mai dimenticato, rappresentato dalla necessità di trovare un modo per consumare un amplesso amoroso senza l'invadenza dell'occhio indiscreto di milioni di italiani, fece letteralmente furore, materiale che è storia della televisione contemporanea.

Pietro Taricone è il "soggetto Zero" di qualcosa che ha cambiato l'intrattenimento (se in peggio o in meglio, non ci interessa in questa sede). Ecco, forse, spiegato perché il pubblico, che resterà sempre il solo sovrano, lo stesso pubblico che oggi qualcuno di ben più titolato di vi scrive considera in soldoni "imbecille", ha sempre amato Pietro e gli ha sempre perdonato qualche incertezza stilistica sul set. Non esagero a dire che come lui non ne nasceranno più, dato che le rivoluzioni di linguaggio, adesso, se ne restano distanti dalla televisione.

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Gennaro Marco Duello (1983) è un giornalista professionista. Laureato in Scienze della Comunicazione al Suor Orsola Benincasa di Napoli. Lavora a Fanpage.it dal 2011. Ha esordito nella narrativa nel 2022 con il romanzo Un male purissimo (Rogiosi). California Milk Bar - La voragine di Secondigliano (Rogiosi, 2023) è il suo secondo romanzo.
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