Claudia Galanti: “Finto il lusso che ostentavo, in Francia sono la donna del più grande criminale”
È un’intervista intima quella che Claudia Galanti concede al settimanale Chi, cui racconta gli anni indimenticabili segnati dall’amore con Arnaud Mimran. La modella si è trovata costretta a riscrivere le sue priorità dopo avere perso la figlia Indila, nata dall’amore con l’avvocato e imprenditore. “Ho capito di aver vissuto una vita irreale. Si ricorda quando mostravo sui social aerei, elicotteri privati, barche, soldi, viaggi? Era tutto finto. Io lo sapevo. Ma ballavo e mi piaceva ballare in quella vita” racconta oggi Claudia, che si occupa da sola dei figli Liam e Tal. Proprio a proposito dei bambini aggiunge:
Di vero però ci sono stati tre figli e un grande amore e, a chi mi critica, sorrido. I figli sono vita. Ciò che mostriamo, a volte, sono gli errori che facciamo. Ma i figli salvano tutto. (…) Io sopravvivo. Grazie a Liam e Tal, e grazie alla cucina. Per il resto in Francia rimango popolare, ma perché sono la donna del più grande criminale di tutti i tempi, veda lei se le pare una bella situazione. Vado nei bar o a fare la spesa e la gente bisbiglia “Madame Mimran“. Poi ecco lo sguardo d’odio. Ma io sono una mamma che non ha commesso nessun reato.
Il film sulla vita di Arnaud Mimran
Claudia ammette di avere visto il film che racconta i guai giudiziari del suo ex. A breve, Netflix dovrebbe produrre una serie tv riferita a quei fatti: “Ho visto il film, di nascosto, nel pomeriggio. Nel film Arnaud è anche un assassino, ma in realtà non ha alcun procedimento per omicidio. Pensi che pochi giorni fa Netflix ci ha chiesto i diritti per una serie tv sul mio ex. Si chiamerà Arnaud, il Dobermann. Sorrido e penso che oggi quello famoso è lui”.
Quell’amore non si è ancora dissolto
L’amore di Claudia per Arnaud ha cambiato forma, ma è ancora lì, vivo nel cuore di entrambi: “Come posso amare un uomo che è in galera e non so quando uscirà? Di certo non farò mai più figli con nessuno. Se ne volessi un altro lo farei solo con lui, pur sapendo che forse non sarà mai liberato. Però poche settimane fa, quando siamo andati a trovarlo, mi ha detto all’orecchio: ‘Quando sarò libero ti comprerò il più bel ristorante di Parigi e tu sarai la capo chef’”. È meno tenera, invece, nei confronti di coloro che l’avrebbero abbandonata:
Amore inteso come amicizia, fratellanza, il sentimento di persone che ieri mi “leccavano” solo perché sapevano di potersi approfittare della mia persona e di quello che potevo offrire, donare, regalare. Ero un bancomat per molti, troppi di quelli che mi stavano accanto. Dentro di me lo sapevo, ma non volevo vedere. Poi, dopo la morte di Indila e l’arresto di Arnaud, sono spariti tutti. Nessuno che abbia chiamato per dirmi “Claudia, hai bisogno?”. Per me oggi l’Italia potrebbe essere solo un progetto ambizioso da salvare, da valutare, se dietro c’è un lavoro serio e duro in cucina. Altrimenti a Parigi sto bene, lavoro, ho pochi e fidati amici che mi sono rimasti sempre accanto anche quando li ho messi da parte per godermi la finta vita da ricca. (…) Però penso che le pagine più belle della mia vita si debbano ancora scrivere.