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Claudio Amendola: “Faccio il Gf per soldi, sono abituato a guadagnare tanto”

Opinionista del Grande Fratello, Claudio Amendola confessa di aver accettato il ruolo per soldi: “Mi diverto e mi pagano bene. Se quei soldi non li avessero dati a me, li avrebbe presi un altro”.
A cura di Stefania Rocco
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Claudio Amendola, opinionista del Grande Fratello, rivela a Vanity Fair di aver accettato di partecipare al reality per una questione economica. Il compenso percepito per sedere accanto al collega Cristiano Malgioglio, anche lui opinionista, lo avrebbe spinto ad accettare la proposta della produzione del Gf. Abituati a guadagnare bene da sempre, Amendola ritiene che sia proprio il denaro il motore di ogni sua scelta professionale. Al reality, avrebbe detto sì per soldi ma anche per il piacere connesso a un’avventura televisiva leggera come questa:

Mi diverto e mi pagano bene. Io faccio quasi tutto per soldi. E sarebbe sbagliato non farlo. Perché se non li danno a me, i soldi li danno a un altro, mica vanno in beneficenza. Guadagno tanto, da tanti anni, e sono abituato a guadagnare tanto. Non mi vergogno di parlarne perché pago tutte le tasse che devo pagare.

Amendola non ha alcun problema a parlare apertamente. Il re della serie tv “I Cesaroni” versa allo Stato quanto gli è dovuto, cosa che gli consente di prendersi la libertà necessaria a fare dichiarazioni che, in bocca a qualcun altro, potrebbero sembrare scomode o superficiali. A muoverlo verso lo studio della trasmissione condotta da Alessia Marcuzzi sarebbe stato il denaro, l’elemento necessario a convincerlo a intraprendere qualsiasi attività professionale. Con gli anni, però, il suo rapporto con i soldi sarebbe cambiato:

Forse il mio rapporto con il denaro negli anni è cambiato. Averne tanto e presto è stato bello, ma anche un po’ inutile. Esiste un livello di benessere oltre il quale a me non interessa andare.

E non sono stati gli studi a garantirgli il benessere di cui dispone oggi:

Io ho la terza media. Ho fatto solo due anni di liceo e ho smesso. Ero negato per lo studio, pensavo a giocare a pallone. I miei non erano troppo preoccupati, pensavano che prima o poi mi sarei sistemato. Ma erano incaz**ati, questo sì.

È stato il talento, nel suo caso, a fare la differenza.

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