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Corona si pente dopo l’arresto di Lele Mora: “non gli sono stato vicino”

L’ex agente dei paparazzi, oggi diventato editore, Fabrizio Corona pubblica una lettera su Corona Star’s, il suo settimanale sul mondo del Gossip, in cui si rivolge direttamente a Lele Mora dopo il suo arresto.
A cura di Stefania Rocco
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il re dei paparazzi

L’arresto di Lele Mora, l’agente dei vip più famoso della tv, ha creato non poco sconcerto tra i protagonisti della cosiddetta Dolce Vita dei nostri anni. Sono tantissimi quelli che, in una maniera o nell’altra, hanno voluto esprimere la propria vicinanza all’uomo, sicuri che il reato contestatogli sia frutto di errori relativi al passato nei confronti dei quali al gentilissimo mora sarebbe sfuggita la situazione di mano.

Al termine della prima notte in carcere di Lele, notte che l’agente avrà certamente trascorso nella peggiore maniera possibile dati gli agi ai quali è evidentemente abituato, anche Fabrizio Corona ha scelto di prendere parte attiva ala vicenda e, attraverso un lettera che sarà pubblicata sul settimanale Star’s di sua proprietà, il fidanzato di Belen Rodriguez si è rivolto direttamente al suo buon amico al quale ha fatto presente tutto il suo dispiacere in merito alla vicenda che lo ha colpito. Ecco che cosa ha scritto:

Sono passati tanti anni da quel pomeriggio in cui mio padre tramite l’ex photoeditor di Chi, Alfredo Chiesa, mi prese appuntamento alle 4 del pomeriggio in viale Monza 9. Facevo il giornalista, scrivevo, ma soprattutto lavoravo presso la casa di produzione che mio padre aveva appena aperto. Producevamo un programma che si chiamava Olimpia su Tele Montecarlo: fu la Rai ad acquisirla e, secondo le leggi bigotte e stupide dei rapporti di nepotismo e raccomandazioni vigenti in questa buffa azienda nazional-popolare, fui costretto a trovarmi un lavoro. Lele fu subito gentile con me, forse s’innamorò a prima vista.

Le prime parole di Corona, dunque, vanno a riaccendere il gossip scoppiato qualche mese fa quando Mora ammise di aver avuto una relazione omosessuale con Fabrizio, relazione che quest’ultimo ha sempre smentito pur lasciando intendere un certi attaccamento di natura sessuale da parte di Lele. Fabrizio, diversamente dal commento di Giovanni Conversano sull’arresto di Mora, sembrerebbe essersi schierato completamente dalla parte del suo buon amico rispetto al quale continua a dire:

In quel momento lui era il Divino, il Re Assoluto. Gestiva i più grandi: Simona Ventura, la Estrada, La Casalegno, la Ferilli, De Sica… Io, assistente provetto, lo accompagnavo a tutte le riunioni: Lele faceva i palinsesti Rai e Mediaset e spostava i suoi artisti come pedine da un’azienda all’altra, da una rete all’altra, mettendoli sempre nei posti e nei programmi più di spicco. Aveva ville stratosferiche in Sardegna, i suoi pranzi e le sue cene erano minimo da 30 persone e pagava sempre lui. Il budget dei suoi regali natalizi ammontava a un milione di euro, accontentava sempre tutti. Ha tolto sempre a se stesso per dare agli altri, compreso me.

Mora e Corona

Corona, però, confessa di aver intuito che, a un certo punto e dato lo stile di vita condotto dall’uomo, le cose avrebbero potuto complicarsi. Troppe feste, troppe persone legate alla sua fortuna più che a lui stesso, uomini e donne che avrebbero contribuito alla sua rovina.

Lele viveva alla giornata, spendeva oggi pensando che domani avrebbe guadagnato ugualmente, che a ogni tipo di problema avrebbe sempre trovato una soluzione: non aveva limiti. Quando io ridendo gli chiedevo “E se poi diventiamo poveri?”, lui rispondeva: “Non succederà mai, amore mio”. Da allora ne sono successe di cose, sono cambiati i governi, i politici, le televisioni… Tante fregature, tante umiliazioni e soprattutto tante delusioni. La prima su tutte Simona Ventura e poi tante altre… compreso me. Soprattutto me, perché al momento del bisogno lui c’era sempre stato, ma quando poi è stato lui a chiedermi aiuto, io non c’ero. Mi ha dato tutto, mi ha sempre messo al primo posto: ma il mio carcere e la nostra indagine hanno rappresentato un punto di rottura. Eravamo innocenti, ma forse eravamo diventati troppo potenti.

Lele Mora con Corona

E’ a questo punto che Fabrizio – che ha ormai voltato pagina grazie all’amore di Belen, la donna che, dopo aver ottenuto il divorzio da Nina Moric, si dichiara pronto a sposare – commenta il crack subito dall’uomo, una fine annunciata ma non per questo meno dolorosa:

E questo ci ha portato alla rovina: sono entrato che ero un bravo ragazzo e sono diventato cattivo. In due anni ne ho combinate di ogni. E quando ho toccato il fondo ho deciso di ripartire e il primo tassello è stato cancellare il passato: da un giorno all’altro non ho più frequentato né lui, né tutta la sua gente. Mi sono rimboccato le maniche e ho ricominciato. Dopo anni di silenzio ecco la sua chiamata, il mio silenzio. Sarò stato egoista ma ricominciare con lui sarebbe stato come riprendere in mano tutto. Poi a Natale sono stato a casa sua per fargli gli auguri perché durante le feste si sente il bisogno di stare vicino alle persone care. E lui mi è caro. Ma non era più la stessa cosa: forse i troppi colpi, i troppi problemi, le troppe delusioni lo avevano ferito troppo. Ieri eravamo in riunione. Il mio direttore mi dice: “Aspetta aspetta: ordine di arresto per Lele”. Mi si gela il sangue: ho fatto qualche telefonata, niente da fare, lo stavano già portando in carcere. La stessa sera mi sono ritrovato al ristorante, con la sua famiglia, i suoi collaboratori, tutti distrutti. La sua guardia mi ha raccontato una cosa che mi ha messo una tristezza unica: Lele non ha mai chiesto niente a nessuno, ma mentre lo portavano via ha scritto un sms a un amico, la sola persona a cui poteva rivolgersi: aiuto aiuto, aiuto…

“ Ero in riunione quando il mio direttore mi ha avvisato del suo arresto. Mi si è gelato il sangue. ”
Fabrizio Corona

Termina la lettera commosso Fabrizio, una commozione che rende l’idea di quanto, a dispetto degli ultimi avvenimenti, egli gli sia ancora profondamente legato all'uomo che ha contribuito a costruire, insieme a lui e ai suoi ormai famosissimi colpi di testa, il suo straordinario successo.

Immaginandolo solo e spaventato in questo momento di estremo bisogno, condannato alla gogna mediatica acuita da chi l'ha sempre massacrato e lontano da tutte le persone a lui care, Corona ha voluto esprimergli tutta la sua vicinanza, una vicinanza che, sebbene tardiva, lascia trasparire la speranza che, una volta chiarita questa brutta faccenda, i rapporti tra loro possano riprendere dal punto in cui si erano così bruscamente interrotti, provocando a Lele il dolore più grande della sua vita:

Oggi non riesco a smettere di pensare a lui, ma non voglio immaginarlo disperato in quella cella. Il Lele che conosco ha su il grembiule e un gran sorriso. E cucina per tutti i suoi compagni di cella, li intrattiene, gli da i consigli giusti per riuscire nella vita. Perché sono convinto che uno come lui è impossibile inventarlo. E soprattutto e impossibile distruggerlo.

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