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Cristiana Capotondi sui ritocchini: “Amo le rughe, essere giovane a ogni costo è triste”

Su “Grazia”, l’attrice 35enne si scaglia contro la mania del lifting, sostenendo che le rughe sono “figlie dell’esperienza e delle emozioni vissute, un rifugio. Trovo inutile e triste voler sembrare più giovane a tutti i costi”.
A cura di Valeria Morini
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Le "maniache" del lifting a tutti i costi dovranno rassegnarsi: oggi va di moda la bellezza naturale. Così, la star del momento è Miriam Leone, promossa a conduttrice a "le Iene Show" e simbolo di una femminilità priva di aiutini estetici (certo, va detto che con lei la Natura è stata a dir poco generosa). Sull'argomento interviene anche Cristiana Capotondi, che con proprio con la Leone sembra avere qualcosa in comune: anche lei era stata presa in considerazione per il programma di Italia 1 (ma ha declinato l'offerta) e come la ex Miss Italia rifiuta ritocchini e bellezza artefatta. Racconta a "Grazia":

A 35 anni vorrei accompagnare la mia pelle verso la maturità nel migliore dei modi, senza l’ossessione delle rughe, che sono figlie dell’esperienza e delle emozioni vissute. Ha presente la lumaca che si porta dietro la casa? Le rughe per me non solo raccontano chi sei, ma possono anche diventare un rifugio. Nel senso che sono lì a ricordarti tutto quello che hai fatto nella vita.

La Capotondi: "No ai canoni estetici dominanti"

Un vero e proprio inno ad apprezzare il tempo che passa, senza lasciarsi piegare da esso. "Trovo inutile e triste voler sembrare più giovane a tutti i costi", rincara la dose la Capotondi. Una considerazione totalmente opposta a quella di Simona Izzo, per fare un esempio. L'attrice e doppiatrice di recente ha ammesso senza alcuna vergogna di essere ricorsa alla chirurgia estetica. Il dibattito su rughe e bellezza femminile è vecchio quanto il mondo, ma Cristiana non ha dubbi:

Sono convinta che la bellezza abbia a che fare con una vita piena di stimoli e interessi. Forse le donne dovrebbero essere più “protettive” verso ciò che madre natura ha dato loro e valorizzare il proprio bello. Con questo intendo anche le differenze rispetto ai canoni estetici dominanti. Se ci uniformiamo tutte, banalizziamo l’opera del Creatore: avrà avuto le sue buone ragioni per farci diverse, o no? Per me, ci ha regalato una grande opportunità.

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