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Da Wladimiro Guadagno a Vladimir Luxuria: “Non dimentico gli insulti e i lividi delle botte”

Oggi, venerdì 17 maggio, è la giornata mondiale contro l’omofobia. Vladimir Luxuria ha voluto dare il suo contributo pubblicando una foto che la ritrae quando era ancora Wladimiro Guadagno. L’opinionista ed ex parlamentare ha assicurato che non dimenticherà mai i lividi delle botte, le porte chiuse in faccia e le ferite del dolore.
A cura di Daniela Seclì
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Oggi, venerdì 17 maggio, si celebra la giornata mondiale contro l'omofobia. Vladimir Luxuria ha dato il suo contributo a questa giornata condividendo sui social uno scatto che risale a quando era ancora Wladimiro Guadagno. L'opinionista ed ex parlamentare è tornata con la mente al suo doloroso passato, quando ha dovuto fare i conti con la violenza della discriminazione.

Lo sfogo nella giornata mondiale contro l'omofobia

Sguardo serio e occhiali da intellettuale, è così che Vladimir Luxuria appare nella foto pubblicata su Instagram. La cinquantatreenne ha ricordato le porte sbattute in faccia, le botte, il dolore inciso nel cuore. Non dimenticherà mai chi era, perché significherebbe lasciar sgretolare una parte della sua identità e sminuire la lotta intrapresa per poter essere se stessa:

"Mai dimenticare chi ero ieri per capire meglio chi sono oggi, mai dimenticare i lividi delle botte sul viso e le ferite del dolore sul cuore per gli insulti e le porte sbattute in faccia: queste cicatrici sono medaglie alla resistenza di chi non si arrende e continua a credere nella principale libertà: essere se stessi".

Il difficile passato di Vladimir Luxuria

Vladimir Luxuria ha confidato spesso il suo doloroso passato. Aveva solo 13 anni quando fece i conti con le molestie di un uomo sposato. A 20 anni, quando era ancora Wladimiro, venne presa di mira da un gruppo di ragazzi in metropolitana che dopo averla insultata, la picchiarono. Di quell'episodio, ha raccontato che la colpì l'indifferenza dei passanti:

"Avevo 20 anni. Presi le botte da un gruppo di ragazzi in metropolitana mentre mi urlavano insulti. Mi fecero male i cazzotti e anche l'indifferenza della gente che continuava a guardare altrove come se non stesse accadendo nulla. Non mi vergogno di mostrarvi la barba e i lividi che avevo allora. Li ho superati entrambi".

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