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Elena Santarelli: “La preghiera mi aiuta a tenere la mano a mio figlio Giacomo, lui è arrabbiato”

Ad un anno esatto dalla terribile scoperta della malattia del figlio Giacomo, il piccolo di 10 anni affetto da tumore cerebrale, Elena Santarelli ha deciso di raccontarsi ancora di più attraverso le pagine del Messaggero: “Non posso negare che mio figlio non sia arrabbiato. Vado spesso in Chiesa, c’è qualcuno che mi ascolta dall’alto e tanta gente che prega per noi”.
A cura di Carmela Cassese
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È un anniversario importante per Elena Santarelli. Esattamente un anno e quattro mesi fa, la showgirl è stata letteralmente travolta dalla notizia della malattia del suo Giacomo, il primogenito nato dal matrimonio con il calciatore Bernardo Corradi. Da allora, con coraggio e determinazione ha deciso di parlare al grande pubblico del suo momento di difficoltà. Un racconto intimo, delicato, a cui non si è mai sottratta, mossa dalla convinzione che, la condivisione della sua battaglia, possa in qualche modo essere d'aiuto a chi come lei sta affrontando una momento di vita così importante. In un'intervista rilasciata al Messaggero, Elena si è lasciata andare ad un lungo sfogo, rompendo anche il silenzio sulle condizioni di salute del figlio, affetto da un tumore cerebrale.

Il coraggio di Elena Santarelli

La 37enne romana, che è diventata portavoce del Progetto Heal, ha parlato del suo rapporto con la malattia, della complicata gestione del percorso terapeutico e della forza del figlio Giacomo, che a soli 10 anni è già un vero e proprio lottatore, come dichiarato al Messaggero:

In questo percorso è stata fondamentale la presenza della psicologa. A me è servita per avere il giusto comportamento con mio figlio, nella comunicazione, nel controllo dei momenti più critici come la perdita di capelli, la rabbia: i bambini sono tutti molto arrabbiati, sa? A 4, 5 anni non capiscono ancora, la prendono quasi come un gioco. Ma a 10, per quanto la vita che facciamo sia la più bella e normale possibile, è comunque la vita di un bambino malato, e non posso negare che sia arrabbiato. A volte mi dice che palle!. I capelli che cadono, andare in ospedale per la chemio. Io mi ritengo fortunata, ma è difficile spiegare la fortuna che abbiamo avuto a un bambino di 10 anni. Lo capirà quando sarà grande.

Tutto per amore di Giacomo

Elena Santarelli è una leonessa che non ha mai fatto un passo indietro. Ha dovuto essere forte per la sua famiglia ed ancora oggi continua a farlo:

Lo so. Molti mi prendono per pazza, non capiscono da dove arrivi la mia positività. Ma dietro di me ci sono mamme che, in silenzio, perché non sono famose e non possono dare voce a quello che stanno vivendo, affrontano cose che io avevo visto solo nei film o nelle peggiori puntate di E. R. Pochi hanno visto le mie lacrime. Se piango, poi, devo sempre andare altrove, a casa non si può.

Il conforto nella preghiera

In un momento così difficile, l'attrice ha trovato riparo e conforto nella Chiesa: "In Chiesa. C'è qualcuno che mi ascolta dall'alto, lì. Prego, c'è tanta gente che prega per Giacomo. La preghiera di gruppo è potente. Con questo non metto in dubbio la scienza e l'operato dei medici, la preghiera mi aiuta a tenere la mano a mio figlio". E rispondendo alla domanda della giornalista che le chiede cosa direbbe a se stessa di un anno e quattro mesi fa risponde: "Disperati pure, perché è normale ora fare uscire dolore, rabbia e disperazione. Poi rimboccati le maniche, rivestiti del tuo solito sorriso, combatti, e affidati a questi dottori".

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