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Elisa Di Francisca: “Incinta di un ex geloso e manesco: decisi di abortire, volevo cancellare”

Una vita vissuta pigiando il piede sull’acceleratore quella che Elisa Di Francisca racconta nel suo libro. Dentro, i suoi successi, il rapporto conflittuale con il padre, la storia d’amore con una collega donna e un ex fidanzato violento del quale a 18 anni rimase incinta: “Con un pugno mi spaccò un labbro. Decisi di interrompere la gravidanza, cercando di cancellare quel momento”.
A cura di Stefania Rocco
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C’è la vita di Elisa Di Francisca, successi e grandi dolori compresi, nel libro “Giù la maschera. Confessioni di una campionessa imperfetta”. Dal rapporto conflittuale con il padre alla continua ricerca di sfide, fino all’amore per una collega donna e a quell’ex fidanzato violento del quale a 18 anni rimase incinta. La campionessa anticipa alcuni di quei temi chiave in un’intervista a Repubblica. A partire da un tema, quello della violenza sulle donne, che le sta particolarmente a cuore: “Credo di averla scampata. Sono sopravvissuta, alla violenza maschile. Forse lui mi avrebbe sfigurata, forse sarei finita nel lungo elenco delle donne vittime di un rapporto sbagliato. Invece sono qui, perché ho detto basta, grazie anche ad una madre che mi è stata vicina, non solo quando lui con un pugno mi ha spaccato il labbro. E sono rimasta incinta dello stesso fidanzato geloso e manesco, che mi aveva allontanato anche dalla scherma. Ho interrotto la gravidanza, cercando di cancellare quel momento. Ne ho parlato con pochissime persone, ma il dolore lo provi comunque, mi ha fatto molto male, è un pensiero che torna”.

La relazione con Claudia, sua compagna di squadra

Sposata con Ivan Villa dal 2019, Francisca ha vissuto la sua dose di esperienze che ricorda con la passione che all’epoca l’aveva ispirata. “Non sono tipa da maschere, se non in pedana. Sì, qualcuno mi ha chiesto di non raccontare, ma non c’è nulla di cui debba vergognarmi. Io sono sincera, le cose sono successe, e io non mi sono mai nascosta”, racconta la campionessa, “C’è stato un momento in cui ho avuto il rigetto degli uomini, almeno di quelli che capitavano a me, così è stato normale avere una relazione con Claudia, una mia compagna di squadra. Nel senso che eravamo molto intime, pensavamo allo stesso modo, avevamo una sensibilità comune e c’è stata una pulsione fisica. Le ho sempre detto: a me piacciono gli uomini, ma se proprio dovessi baciare una donna quella saresti tu. È iniziata così, è durata un anno, lei voleva discrezione, io la provocavo davanti a tutti: dai, amore, sali, che ti aspetto in camera. La seduzione mi piace. Per me era un’esperienza nuova, per lei no, tanto che voleva farmi cambiare idea sugli uomini. Intanto c’è chi mi faceva domande sceme: ma tu per strada chi guardi? Io guardo tutti, perché penso che tutto abbia qualcosa da darmi”.

L’amore con Stefano Cerioni: “Andò ad allenare la Russia, un doppio tradimento”

Stefano Cerioni
Stefano Cerioni

Fondamentale anche la relazione con Stefano Cerioni, ex ct azzurro del fioretto e suo maestro: “18 anni di differenza. Lui sposato, separato, con due figli. Sembra scontato, lo so. Ti metti con la persona che sa tutto di te, che si prende cura di te, che ci tiene a te. Rapporto consenziente, è stato lui a dichiararsi. C’era un rapporto di fiducia, ma è innegabile che tendi a ricompensare il tuo tecnico-uomo con i risultati sportivi. Ricordo che a un europeo aveva perso al secondo assalto e dovevo presentarmi per la cena. Ho fatto dire che avevo mal di testa pur di non scendere. Mi sembrava di aver tradito la sua stima, di averlo deluso. Lui si è arrabbiato, è venuto a prendermi, io sono scesa, con il broncio, ma ho cenato con gli altri”. Poi la decisione dell’uomo di andare ad allenare la Russia e la fine della loro relazione:

Per me è stato un doppio tradimento. Perdevo l’uomo e l’allenatore che sapeva tutti i miei segreti. E dove andava? Ad assistere la mia nemica Deriglazova. Mi sono infuriata, ho fatto a botte, ero così fuori di me che mi sono fatta un taglio di capelli pazzo. Devo dire che anche le mie compagne di squadra hanno vissuto la sfida contro le russe come uno scontro. Punire le avversarie, per fare male al ct che aveva scelto di andarsene. Ma è stato un momento brutto e faticoso, la scherma non si fa con rabbia. Era una sofferenza e io non ero più fluida.

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