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Eva Grimaldi: “Ero dislessica, balbuziente e sono cresciuta con i pacchi della Caritas”

Eva Grimaldi si è raccontata in una lunga intervista rilasciata al settimanale ‘F’. L’attrice e showgirl è tornata con la mente alla sua infanzia. A sei anni, a causa di un forte spavento, diventò balbuziente. La sua famiglia era di umili origini, ma sua madre faceva tutto il possibile per garantire a Milva, vero nome di Eva Grimaldi, tutto ciò di cui aveva bisogno.
A cura di Daniela Seclì
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Eva Grimaldi e tra i protagonisti di ‘Tale e Quale Show‘. L'attrice e showgirl, fresca di nozze con Imma Battaglia, si è raccontata sulle pagine del settimanale ‘F'. Riguardo all'esperienza televisiva che la sta vedendo protagonista ha dichiarato: "Fare ‘Tale e Quale Show' è un po' come chiudere il cerchio: permettere a Milva (suo nome di battesimo, ndr) di esibirsi finalmente davanti a un pubblico".

Come è diventata balbuziente

Eva Grimaldi è tornata con la mente alla sua infanzia. Ne conserva un ricordo positivo, nonostante quell'episodio avvenuto quando aveva solo sei anni, che la portò a diventare balbuziente: "Ho avuto un'infanzia bella, a Verona anche se a scuola ho frequentato classi speciali. Ero dislessica e balbuziente. Lo sono diventata con uno spavento a sei anni quando, rientrando in casa, un aereo è passato a bassa quota sopra la mia testa. Mia mamma mi portò da una logopedista e mi mise in una scuola privata. Per pagare la retta faceva le pulizie alle suore gratis". La showgirl ha dichiarato più volte di aver superato i suoi problemi grazie all'amore per Imma Battaglia.

L'infanzia di Eva Grimaldi

Eva Grimaldi ha parlato delle sue umili origini. Non aveva tanti soldi, ma la fantasia la aiutava a volare lontano. Grazie ai pacchi messi a disposizione dalla Caritas, che spesso contenevano anche delle bambole, trascorreva lieti pomeriggi giocando con loro. Inoltre, amava imitare i volti noti del mondo della musica. Ora può farlo in un programma che conta ogni settimana milioni di spettatori:

 "Sono cresciuta con i pacchi della Caritas. Non è stato facile ma mi rifugiavo nel mio mondo, giocavo con le bambole senza braccia e occhi che mi arrivavano con i pacchi Caritas, ma per me erano bellissime. Mi mettevo davanti allo specchio con una spazzola e mi trasformavo, imitando le cantanti famose".

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