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Giada Pezzaioli e il dramma in gravidanza: “Mi hanno detto che avevo abortito, non era vero”

L’ex candidata a Miss Italia compagna di Giovanni Conversano, incinta per la seconda volta, ha raccontato l’episodio clamoroso che l’ha vista protagonista nei primi mesi di gravidanza. La Pezzaioli spiega di aver subito una minaccia d’aborto: in ospedale, però, le avrebbero detto per errore che aveva perso il bambino.
A cura di Valeria Morini
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Giada Pezzaioli è incinta per la seconda volta di Giovanni Conversano ma questa gioia immensa ha rischiato di essere rovinata da un episodio terribile. La ex candidata a Miss Italia ha raccontato di aver subito una minaccia d'aborto nei primi mesi della gravidanza. La cosa più terribile è che alcune ore ha creduto di aver perso davvero il bambino, pare a causa di una diagnosi sbagliata. "Parlare di certe cose è difficile", ha spiegato su Instagram Stories, confessando di aver riflettuto moto prima di parlare pubblicamente di ciò che le è successo: "Quasi mi sento in colpa per coloro cui è andata male".

Giada Pezzaioli racconta il dramma in ospedale

Un paio di settimane dopo aver scoperto di essere incinta, la Pezzaioli si sentiva in ottima salute. Poi, una sera, all'improvviso, mentre si trovava nell'orto, il dramma: "Ho avvertito un dolore forte al ventre e subito dopo un flusso, ho iniziato a perdere sangue. Stavo morendo dalla paura". Lei e Conversano si sono precipitati immediatamente al pronto soccorso e da lì lei è stata portata in ginecologia.

Siamo arrivati in ospedale, io continuavo ad avvertire dolori. Ho trovato purtroppo persone che nella vita tutto dovrebbero fare tranne che i medici. Una in particolare non la dimenticherò mai, non posso fare nomi. In pronto soccorso ero in condizioni alterate, piangevo, ero angosciata. Questa dottoressa, quando le ho detto che perdevo sangue ed ero incinta di sei settimane, mi ha risposto "Ah, va bene". Come se perdere un figlio a sei settimane non fosse terribile come perderlo più in là. Per carità, più si va avanti e peggio è, ma questo non significa che un medico possa sottovalutare il dolore, la sofferenza di una donna che sta realizzando una tragedia.

La diagnosi d'aborto e la smentita

La visita ha avuto un esito nefasto: "Perdevo parecchio sangue. Piangevo. Lei non parlava, ha detto solo che non si vedeva la camera gestazionale né il sacco vitellino: "Signora, ha avuto un aborto". Io ero da sola perché col Covid Giovanni non poteva entrare. Mi sono sentita morire". Giada ha spiegato quindi di aver contattato un zio di Giovanni Conversano, primario di ginecologia, che l'avrebbe rassicurata e spinta a effettuare nuovi esami: "Ho aspettato tre ore per il risultato. Giovanni ha una famiglia di medici e tutti dicevano di stare tranquilli". Quindi la buona notizia: il feto era ancora in vita, si era trattato solo una minaccia d'aborto. Dopo un periodo di riposo, oggi lei e il bambino in arrivo stanno bene.

Lo zio di Giovanni, che era di turno, l'ho visto arrivare col sorriso. A quel punto, quell'incompetente ha visto la camera gestazionale e il sacco vitellino. Non posso descrivere cosa ho provato. Una sensazione di felicità mista a disgusto. Ho vissuto attimi di terrore. Da quel momento, ha iniziato un percorso terapeutico, per la minaccia d'aborto. Sono stata a riposo. Ho avuto momenti di sofferenza brutti, non potevo fare nulla. Mi dicevano di non prendere in braccio Enea ma quando sei mamma è difficile restare a riposo. La lesione nell'utero si è riassorbita. Al momento dell'ecografia, quando ho sentito il suo battito, è stata un'emozione indescrivibile vedere questo esserino restare attaccato alla vita.

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