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Grande Fratello Vip specchio di una Italia ipocrita, superficiale, buona per i cinepanettoni

Ogni anno è il solito Grande Fratello: ipocrita e superficiale. Uno show in cui passano i commenti omofobi ma si viene squalificati solo in caso di bestemmie.
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Il Grande Fratello Vip è lo specchio di un'Italia ipocrita, superficiale e buona solo per i cinepanettoni. Provate a dimostrarmi il contrario. È quel posto in cui possono passare i comportamenti omofobi ma si viene squalificati solo in caso di bestemmie. È quello che è successo a Marco Predolin che, passi gli atteggiamenti da "Pierino" che ha avuto per tutto il suo percorso, si lascia scappare in una conversazione del tutto pacata un "Mannaggia alla Mad**na!" che fornisce l'assist vincente alla produzione per mandare fuori quello che sta diventando un vero e proprio "caso fuori dalla Casa". Meglio omofobi che bestemmiatori?

Il Mostro Predolin

I social, le riviste di gossip, hanno cominciato a puntare ripetutamente il "Mostro" di quest'edizione, al pari di quanto successo un anno fa con il duo Stefano Bettarini-Clemente Russo, con il primo inspiegabilmente fatto salvo e riabilitato e il secondo mandato al macero all'interno della macchina del fango.

La retorica di Signorini

Le dinamiche che albergano nella stanza dei bottoni di questo programma sono ignote, quantomeno sospette. Si fa retorica grazie alle ramanzine di Alfonso Signorini, che dal suo trespolo ricorda ogni anno a tutti che "la trasmissione ha una responsabilità" nei confronti di milioni di telespettatori, salvo poi trovare l'escamotage del bestemmione per squalificare un concorrente. Bestemmione, poi. Per quanto deprecabile, alla fin fine Marco Predolin non ha formalmente bestemmiato perché, lo dice la legge italiana, la Madonna non è considerata al pari di una divinità religiosa (sia essa Dio, Buddha, Maometto o il Quelo di Corrado Guzzanti).

Sempre la solita cattiva tv

Resta la solita televisione commerciale, altro che la responsabilità nei confronti dei telespettatori invocata da Signorini. Un supercontenitore biono per farci entrare i gridolini di Malgioglio, lo snobismo della Izzo, il divismo annacquato di Carmen Di Pietro, i pianti di Bossari, l'omofobia della De Lellis (peccato solo non abbia bestemmiato, altrimenti usciva anche lei) e le bestemmie di Predolin. Il vuoto pneumatico di pasoliniana memoria, ecco il fil rouge che lega le super produzioni di oggi a quelle di ieri per una proposta che, anno dopo anno, cambia a poco a poco i volti ma non cambia mai il messaggio: superficiale. Il nostro ruolo, davanti a questo sfacelo intellettuale, è quantomeno mettervi in guardia per l'ennesima volta. Cambiate canale, per carità.

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