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Kasia Smutniak in Nepal per costruire una scuola nel nome di Pietro Taricone

Intervistata da Vogue, l’attrice ha spiegato di essere molto presa dagli impegni relativi alla “Pietro Taricone Onlus”. Il 13 maggio ha annunciato il completamento dei lavori di costruzione di una scuola in Nepal. Quindi ha spiegato: “La vita è corta, essere una cosa sola non mi è mai bastato”.
A cura di D.S.
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Gli impegni lavorativi di Kasia Smutniak non le impediscono di dedicarsi attivamente anche alla beneficenza. Nel 2011, infatti, è nata la Pietro Taricone Onlus, che promuove progetti a sostegno dell'infanzia disagiata. Il 13 maggio è stata annunciato il completamento dei lavori di costruzione di una scuola per i bambini del Mustang, in Nepal. Attualmente mancano solo le rifiniture interne e i mobili. In un'intervista rilasciata a Vogue, ha spiegato come il dramma del terremoto abbia influenzato questo progetto:

"Noi siamo stati fortunati, eravamo preparati perché la nostra struttura è stata costruita per poter affrontare un giorno un terremoto. L'edificio della scuola è rimasto in piedi. Il Mustang, dove si trova la nostra scuola, è tra Tibet e Nepal, quindi la catena dell'Himalaya ci ha in qualche modo protetto. In questo momento stiamo preparando gli aiuti che devono essere trasportati nelle zone ancora non raggiunte dai soccorsi. Già prima del terremoto c'erano dei villaggi poco raggiungibili, e la situazione si è aggravata ancora. Vi sono delle zone di cui non si sa nulla".

Kasia Smutniak era stata in Nepal solo sette giorni prima del terremoto:

"Sono tornata una settimana prima che succedesse il terremoto. Dovevo tornare a metà giugno ma ora servo più qua. Uno dei problema fondamentali ora è quello della logistica. L'aeroporto di Katmandu è bloccato, c'è caos e quindi arrivare da soli, senza organizzazione locale non aiuta, meglio organizzare le cose al meglio da qui ed è quello che sto facendo dal giorno del terremoto. Non vivo altro che per la fondazione. Ma fa parte di me, la vita è corta. Essere una cosa sola non mi è mai bastato. E poiché riesco a vivere il mio lavoro in modo distaccato, non rappresenta tutto il mio mondo, vivo di altro, faccio altro".

"Nei personaggi che interpreto cerco la sfida"

In merito al suo lavoro, invece, ha spiegato di scegliere i personaggi con cura, perché cerca sempre la sfida:

"Nei personaggi e nelle storie cerco le sfide, vado dove vedo la difficoltà. E non ho paura di affrontare un personaggio, di buttarmi in quel mondo, allora mi lancio. Quando leggo i copioni di personaggi la cui vita in qualche modo assomiglia alla mia, non provo interesse, non vedo perché dovrei ripercorrerla in qualche modo. Ho sempre cercato di interpretare personaggi diversi, opposti a quello che sono, estremi. Ma per me "estremo" può essere il ruolo di femme fatale. Diversa da me. Paradossalmente mi è più facile interpretare un soldato che una donna seduttiva".

Infine, ha spiegato che preferisce non rivedere i film che interpreta: "Per tanti anni ho subito questa cosa, di rivedermi nelle varie proiezioni o con il regista il primo, secondo, terzo montaggio. Ora ho imparato, e vedo solo il film finito, una volta e poi più".

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