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Kasia Smutniak: “Non scrissi io la lettera a Taricone, non mi sarei permessa”

Kasia Smutniak, ex compagna dello scomparso Pietro Taricone, chiarisce di non aver mai scritto la lettera al suo ex pubblicata via social network a gennaio. “È morto felice” si leggeva nella missiva, ma non fu l’attrice a scrivere quelle parole.
A cura di Stefania Rocco
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Provocò scalpore la lettera che si pensava avesse scritto Kasia Smutniak a Pietro Taricone lo scorso gennaio. Su Facebook, in un profilo che si credeva gestito proprio dall’attrice, fu pubblicata una lunga missiva attribuita proprio a Kasia e dedicata a Pietro nel giorno in cui avrebbe festeggiato 40 anni se fosse stato ancora vivo. Queste le parole attribuite alla Smutniak:

Oggi avresti compiuto 40 anni. Chiunque lo abbia conosciuto ha capito che era una persona speciale, era veramente unico. Lui era sempre molto riservato, sensibile e molto schietto. Io sono stata la più fortunata perché l'ho avuto per otto anni tutto per me. In questi otto anni abbiamo fatto di tutto, ci siamo detti tutto. Avevamo litigato, ci eravamo lasciati, poi siamo tornati insieme. È stato proprio il paracadutismo a farci ritrovare. Noi ci siamo ritrovati, eravamo felici. Non potevamo darci più di così. Io so che in quel momento lui era felice. Prima di saltare mi ha mandato un bacio, facendo la faccia buffa, hanno riso tutti. Poi si è lanciato. Non si è reso conto di niente, è morto col sorriso in faccia. Io ero accanto a lui. Se potessi scegliere un modo di morire, vorrei anch'io morire così: nel momento più felice della vita.

Kasia chiarisce: “Non avrei mai scritto niente del genere”

Intervistata dal Corriere della Sera, la Smutniak nega di aver mai scritto quelle parole. L’account dal quale fu pubblicato il messaggio è stato sospeso, non si sa se per volere della stessa attrice che oggi precisa:

Non sono stata io, non lo avrei mai fatto. Purtroppo c'è un'altra faccia della medaglia dei social network. Continuo a dire che non ho Facebook, non ho Twitter e non ho Instagram, ma il problema dei ‘fake' non è ancora risolto. Non avrei mai scritto una lettera del genere, non mi sarei mai permessa.

Se l’avesse mai scritta, aggiunge poi, di certo non l’avrebbe affidata ai social. Anche all’epoca, il messaggio da parte di Kasia a Taricone destò qualche perplessità. L’attrice, oggi impegnata con Domenico Procacci, non ha mai concesso grosso spazio alla stampa, mai ha raccontato su un giornale la sua vita privata. Lo fa perché ritiene terminata (“per fortuna” aggiunge) l’epoca del “divismo”:

La mia vita è come quella di tutte le donne che lavorano. Mi alzo alle sette perché mia figlia va a scuola e vado a dormire presto. Ora c'è anche un altro che si sveglia di notte. L'unica differenza è che se io vado al supermercato mi fanno le foto, alle altre no. Non ci sono altre differenze. Il mondo del divismo è finito, grazie a Dio, però è cominciato un altro incubo in cui tu in qualche modo, in qualsiasi momento, puoi essere ‘taggato', visto, ripreso in momenti privati e magari non ne avresti alcuna voglia. Tutto questo senza che nessuno te lo chieda. Speriamo passi pure questo.

Kasia con Domenico Procacci, suo nuovo compagno
Kasia con Domenico Procacci, suo nuovo compagno

La scuola in Nepal nata dalla Onlus “Pietro Taricone”

In questo momento particolare della sua vita, a Kasia interessa tutt’altro. Già pochi mesi dopo la morte di Pietro, la Smutniak annunciò di aver intenzione di costituire una scuola in Nepal proprio in memoria del suo ex compagno scomparso. Il progetto procede ancora oggi, sebbene con qualche difficoltà dopo la tragedia del terremoto:

Stiamo vivendo dei momenti difficili. Ringrazio Dio: tutti i nostri collaboratori e amici sono salvi e il nostro progetto non ha subito grossi danni. Siamo nella fase della conclusione del primo edificio scolastico e in questo momento stavamo scegliendo il corpo docente, che non è facile lì. È una scuola per circa 80 bambini, ma cominceremo con due classi, ed è una scuola che si trova nel Mustang, una piccola regione tra Tibet e Nepal. Dopo il terremoto, sarà difficile, la situazione sta degenerando. Mi sembra assurdo si parli più di Royal Baby che di una tragedia che ha fatto 5 mila morti. Vorrei sensibilizzare le persone affinché non dimentichino e aiutino la popolazione in Nepal. Con pochissimo si potrebbe fare assolutamente tanto. La scuola si chiama “Solar School” perché ci piaceva un nome allegro, se tutto va bene apriremo a maggio prossimo. È un progetto a lungo termine, è come se avessi un altro figlio, un lavoro in più.

E questa estate, l’attrice non si concederà alcun periodo di vacanza: “Tornerò in Nepal e non in vacanza, per cercare di aiutare le persone lì”.

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