Kate Fretti ha il diritto (e il dovere) di rifarsi una vita senza Sic

Basta davvero, piantiamola con questi falsi moralismi. Kate Fretti ha un nuovo fidanzato, è innamorata, come giusto che sia. O meglio, come giusto che sia per una parte dell’opinione pubblica, ma non per tutta. C’è infatti un approccio anacronistico e desueto al bacio immortalato in strada tra la ex di Marco Simoncelli e il suo nuovo amore, un approccio che le avrebbe imposto ancora l’abito nero e il capo cosparso di cenere.

A quanto pare due anni sono pochi, come se ci fosse un tempo per mettere da parte un amore, un tempo per dimenticare, entro il quale si entrerebbe automaticamente in possesso della comprensione altrui e del diritto di rifarsi una vita. È già capitato per Kasia Smutniak, rea di essersi legata a Domenico Procacci dopo poco più di un anno dalla morte di Pietro Taricone e di averlo fatto “spudoratamente”, senza alcun ritegno. Ma quale pudore si dovrebbe mantenere nel sopravvivere senza la persona che si è amato?

Kate, Kasia e tutte le giovani donne rimaste sole troppo presto hanno il diritto e il dovere di ricominciare a vivere, devono farlo perché non esiste un’etichetta nel lutto, un decalogo che possa indirizzarle verso l’assoluzione pubblica e renderle immuni dalle critiche. Devono ripartire proprio da un singolo battito di cuore perché, citando Allende, “la morte non esiste, è come venire al mondo: è solo l’ennesimo cambiamento. La gente muore solo quando viene dimenticata”. Tenendoci a debita distanza da qualsiasi forma di sentimentalismo “diabetico” e di intenti sensazionalistici, vale la pena condividere queste parole ed associarle ai volti di chi, a stento, riesce a farle proprie nonostante tutto.

Perché per mettere al mondo una vita ci vuole coraggio, quasi quanto ce ne vuole per separarsene.