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La figlia di Blake Lively e Ryan Reynolds ha un nome maschile: “Si chiama James”

Dopo mesi di totale riservatezza, Ryan Reynolds ha svelato il nome della bimba avuta con la compagna Blake Lively. Hanno optato per un nome che in genere viene dato ai maschietti. La sua primogenita, infatti, si chiama James.
A cura di D.S.
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Lo scorso dicembre, Ryan Reynolds è diventato padre di una bambina. Insieme alla compagna Blake Lively, però, hanno preservato la piccola dall'attenzione dei media, rivelando il meno possibile su di lei. A tre mesi di distanza dal parto, ancora non si conosceva il nome della loro primogenita. Ormai erano state avanzate le ipotesi più disparate. Così, l'attore ha deciso di svelare il segreto.

La bimba si chiama James. Un nome che in genere viene assegnato ai maschietti. Ryan Reynolds lo ha svelato nel corso dell'intervista rilasciata al Today Show. Ha confermato, quindi, di aver optato per un nome maschile e ha spiegato i motivi che lo hanno portato a decidere di non comunicarlo ai media:

"È James. Lo sanno tutti, e ho detto a chiunque stesse ad ascoltarmi che non volevo essere il primo a dirlo ai quattro venti perché, si sa, le bambine diventano adolescenti e a volte le adolescenti fanno delle ricerche e poi ti chiedono: ‘Perché l'hai fatto?'".

Quindi, l'attore ha ironizzato:

"Poi magari avrebbe voluto vendicarsi. Sapevo, però, che prima o poi sarebbe uscito".

Come ogni papà che si rispetti anche Ryan Reynolds è innamoratissimo della sua bimba. In un'intervista rilasciata al magazine "People" nei mesi scorsi ha affermato di aver addirittura tentato di allattarla al seno:

"È incredibile come si possa essere esausti e felici allo stesso tempo. Devi correre e fare ogni genere di cose. Ho provato persino l'allattamento al seno. È frustrante per la bambina e francamente inquietante per il sottoscritto. Non ho uno stomaco debole, sto bene con i cambi di pannolino e tutto quel genere di cose. Ho un sacco di nipoti, ho già sperimentato tutto. Molti nuovi padri tendono a soffermarsi sugli errori da non compiere, io sono focalizzato soprattutto sul fatto di dover essere aperto e comprensivo, lasciando un sacco di spazio per gli errori".

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