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Lapo Elkann: “Sono stato graziato da Dio, non lo dimentico ed è per questo che aiuto gli altri”

Lapo Elkann si è raccontato in un’intensa intervista al settimanale Chi, la prima dopo l’incidente che lo ha coinvolto in Israele lo scorso dicembre. Il rampollo della famiglia Agnelli ha parlato del suo passato e degli errori che lo hanno aiutato a comprendere quale fosse realmente la sua strada: quella di aiutare gli altri. Con la sua associazione no-profit, infatti, ha lavorato anche nel corso dell’emergenza da nuovo coronavirus.
A cura di Ilaria Costabile
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In una lunga intervista rilasciata al settimanale Chi, Lapo Elkann ha parlato apertamente di sé, del suo passato, della sua vita attuale e di come l'incidente dello scorso dicembre sia stato significativo. Un accadimento importante tanto da rimettere in discussione il suo modo di approcciarsi a ciò che gli sta attorno.

La prima intervista dopo l'incidente

Per la prima volta il nipote di Gianni Agnelli torna a parlare di sé, senza remore e raccontando quello che per lui è stato un momento davvero difficile. È, infatti, la prima intervista rilasciata dopo l'incidente che lo ha travolto in Israele e per il quale ha dovuto subire un intervento e una lunga riabilitazione che, come racconta al settimanale di Alfonso Signorini, è stato fondamentale, sebbene non sia stato certamente il primo evento impattante nella sua vita: "Sono stato graziato da Dio più volte, devo ringraziarlo e mai dimenticarlo. Ho avuto varie peripezie ed è inutile nasconderlo, i miei alti e bassi sono di dominio pubblico e, dopo quello che mi è successo in Israele ho avuto una spinta in più."

La decisione di aiutare il prossimo

Da qualche anno, però, il rampollo della famiglia Elkann-Agnelli sembra aver messo la testa a posto e il fatto di aver riconosciuto la sua condizione da privilegiato, ma anche di uomo capace di rialzarsi con le proprie gambe, lo ha aiutato ad individuare la sua strada, quella di offrire il suo aiuto a chi necessita di supporto. Ambizione che si è acuita ancor di più con il sopraggiungere dell'emergenza sanitaria imposta dal nuovo coronavirus:

Con la fortuna che ho avuto, non per il cognome o i soldi, ma per essere riuscito ogni volta a rialzarmi, mi è venuto spontaneo pensare ancora di più agli altri. La mia fondazione LAPS è attiva dal 2016 e abbiamo realizzato diversi progetti a favore della cura e del benessere dei minori. Con l’emergenza coronavirus, quindi, ci è sembrato naturale incrementare gli sforzi a favore dei più fragili.Non sono attaccato a quello che possiedo e, se intorno a me vedo sofferenza, lo sono ancora di meno. Con la raccolta fondi destinata alle famiglie più bisognose siamo partiti da Italia e Portogallo, e adesso con la creatività e la generosità italiana vogliamo aiutare altri Paesi. Nulla verrà sconfitto senza il contributo di tutti. Nelle difficoltà più si aiutano gli ultimi più il mondo diventerà un posto migliore.

Un passato da cui ha imparato tanto

Non è mancato un ritorno al passato, ai suoi trascorsi da ragazzo che non sono passati inosservati e che sono stati spesso oggetto di gossip. Ormai quella vita rappresenta un tempo lontano, dal quale però Lapo Elkann dimostra di aver imparato molto, soprattutto di aver compreso come sia necessario poter lavorare su sé stessi per poter ottenere qualcosa di costruttivo e di appagante, anche a livello affettivo ed emotivo e molti, come lui stesso ammette, credono di colmare quell'insoddisfazione con l'uso di sostanze:

Nella vita niente ti è regalato e niente è semplice, ci sono stati momenti dove dentro di me avevo buchi giganteschi. Molti diranno che, essendo nato ricco, ho avuto vantaggi e infatti non mi lamento e non faccio la vittima, dico comunque che qualunque essere umano può attraversare dei grandi vuoti. Io li ho provati a colmare in modo sbagliato, con le sostanze. Finché non ho trovato, anche grazie agli affetti veri, la pace e la forza interiore, ma bisogna lavorare ogni giorno. Tutto quello che è esteriore, come il successo, non conta se non capisci qual è il tuo posto nel mondo.

Il supporto della sua famiglia

La sua famiglia, soprattutto nei momenti di maggiore sconforto, è stata il suo porto sicuro. L'affetto della sorella e del fratello sono stati il motore necessario per farlo ripartire alla giusta maniera e al momento si sente pronto per poter finalmente mettere radici e costruire una famiglia: "Sono stato insicuro e l’amore e l’affetto che sento attorno mi hanno dato grandissima forza ed energia per ripartire. Il sostegno mi è sempre arrivato da mio fratello, da mia sorella: tra noi tre c’è un cordone d’amore che ci legherà per sempre, ci vogliamo un bene pazzesco e senza i miei fratelli non sarei quello che sono. Ho tantissima voglia di mettere radici e le radici numero uno sono il mio Paese. Posso girare il mondo, ma questa è casa mia."

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