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Lele Mora: “In carcere fui trattato peggio di un animale, vivevo in 2 metri quadri”

Lele Mora ricorda il periodo trascorso in carcere, quei lunghi mesi in cui confessa di essere stato trattato malissimo: “Peggio di un animale, vivevo in due metri quadri”.
A cura di Stefania Rocco
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Quel periodo buio fa ormai parte del passato ma Lele Mora non ha dimenticato i mesi trascorsi in carcere. L’ex agente dei vip più famoso d’Italia, reuccio della movida e pigmalione delle aspiranti star fu arrestato per bancarotta fraudolenta. Dopo la scarcerazione, Lele ha modificato drasticamente il suo stile di vita, disinteressandosi a quell’ambiente che l’aveva reso ricco e famoso. Intervistato da Radio Cusano Campus, confessa di avere avuto una motivazione ben precisa: voleva tagliare i ponti con tutto ciò che era stato prima del carcere. Quel periodo, poi, lo ricorda come un inferno:

Ero chiuso in una piccola stanza, ho fatto un anno e mezzo di isolamento, sorvegliato a vista, con divieto d'incontro. Gli animalisti dicono che un animale deve vivere almeno in diciassette mq, io vivevo in due mq, trattato peggio di un animale quindi. Quando tu esci da un posto del genere fai fatica poi ad affrontare la gente, non sai mai come ti vede, come ti valuta. Per fortuna sono cose passate, ora mi godo la mia famiglia che mi dà la gioia di stare bene e di vivere.

Lele Mora è libero: “Ho capito gli errori che ho fatto”

Lele adesso è sereno. Lavora con suo figlio e sta riassaporando la riconquistata libertà. Confessa di aver compreso i suoi errori e di non volerli ripetere:

Ho capito gli errori che ho fatto. Non tutti, perché a volte sono stato accusato di cose che non esistono, ma io so accettare tutto e portare a termine con serena volontà tutto ciò che mi viene imposto dalle pene che mi sono state inflitte. Finalmente è arrivato un momento bello, mi sono stati concessi i giorni di liberazione anticipata ed eccomi qui, libero come il vento, che è la cosa migliore, come Dante Alighieri uscito dall'inferno.

Di tutti i reati che gli sono stati attribuiti, uno è quello che nega con forza:

Non trovo giusta la pensa che mi è stata inflitta. Non ho niente a che vedere con quel processo, che secondo me è più un processo politico che altro. Io prostituzione non ne ho mai fatta, anzi sono sempre stato contrario allo sfruttamento della prostituzione. Lì ho pagato una cosa che non ho fatto.

Infine, Mora rivela che non gli interessa tornare a vivere quel mondo della notte che tanto dolore gli ha procurato. A vivere quel periodo d’oro era una persona diversa, qualcuno che oggi sente lontano dal nuovo sé.

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