Nina Moric commenta la condanna per diffamazione: “Ha speso più Belen Rodriguez in avvocati”
Nina Moric commenta per la prima volta la condanna ricevuta dal Tribunale di Milano nella causa per diffamazione intentata da Belen Rodriguez, in seguito ad alcune affermazioni del 2015 in cui la modella croata definì l'argentina "un viado" e "una strega cattiva". La Moric dovrà pagare 2000 euro di risarcimento danni e 600 euro di multa. Una sentenza che ha definito "senza senso" su Instagram Stories:
Le querele e i processi non si fanno per queste stupidate. Le aule dei tribunali servono per giudicare fatti penalmente rilevanti e non scheletri nell'armadio. Sentenza senza senso. Ha speso più di avvocati Belen. Mi dispiace, la prossima volta pensaci bene.
Nessun commento da Belen Rodriguez
Non arrivano invece commenti social da parte di Belen. La showgirl argentina aveva promesso nei mesi scorsi che, in caso di vittoria in tribunale, la cifra del risarcimento sarebbe stata versata in beneficenza. "Una sentenza ridotta ai minimi termini, giusto per avere una condanna", ha commentato l’avvocato della Moric Solange Marchignoli, "Noi faremo appello, perché è questione che non doveva essere neanche discussa in tribunale".
La querela dopo l'intervista del 2015
Il tutto risale a un'intervista rilasciata da Nina Moric al programma radiofonico La zanzara sull'emittente Radio 24. La croata definì "viado" Belen, aggiungendo inoltre: "Anzi, mi scuso coi viado per averli paragonati a Belén Rodriguez, è una strega cattiva e prima o poi verrà fuori". Nina accusò poi la Rodriguez di essere apparsa spesso senza vestiti di fronte a suo figlio Carlos, ai tempi in cui era legata sentimentalmente a Fabrizio Corona: "Non è una bella persona come tutti credono, perché quando si trattava di mio figlio girava per casa nuda, mio figlio ha avuto gli incubi quando aveva cinque anni, lei mi minacciava di morte…minacciava che portava via mio figlio". All'epoca, Belen replicò con apparente tranquillità, definendo la rivale come affetta da un "drastico squilibrio mentale". Poi, però, passò alle vie di fatto, scegliendo la strada delle querela.