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Raoul Bova: “Pensavano che con Rocio fosse un’avventura o la crisi dei 40 anni invece la amo ancora”

Raoul Bova ha parlato della sua vita privata in un’intervista rilasciata a ‘Vanity Fair’. L’attore è fidanzato da sette anni con Rocio Munoz Morales. Ha ricordato le critiche ricevute quando decisero di vivere la loro relazione alla luce del sole. C’è chi parlò della “classica crisi del quarantenne” e invece non si trattava affatto di un’avventura.
A cura di Daniela Seclì
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Raoul Bova ha rilasciato una lunga intervista a Vanity Fair nella quale ha parlato della sua vita privata. L'attore ha espresso la grande stima che prova per la sua ex moglie Chiara Giordano, con la quale assicura: "Non c'è mai stata una guerra". Poi ha parlato della relazione con Rocio Munoz Morales, la donna che sta al suo fianco da ormai sette anni.

Il matrimonio può attendere

Raoul Bova ha precisato che al momento il matrimonio con la compagna Rocio non è tra le sue priorità, tuttavia non esclude affatto l'eventualità che il profumo di fiori di arancio si palesi in futuro: "Mai dire mai". Quindi ha ricordato i pregiudizi che hanno accompagnato i primi tempi della relazione con l'attrice. C'era, infatti, chi storceva il naso pensando solo a un capriccio passeggero, ma Raoul Bova li ha costretti a ricredersi: "Quando l'ho incontrata, Rocio era quello che cercavo. Forse la gente avrà pensato: ‘la classica crisi del quarantenne‘. Ma a distanza di sette anni si vede che ho confermato quella scelta. Se fosse stata un'avventura sarebbe durata sei mesi".

Le dinamiche di una famiglia allargata

Raoul Bova ha avuto tre figli da Chiara Giordano: Sophia, Alessandro Leon e Francesco. Nel 2013, poi, la coppia ha annunciato la separazione e poco dopo i paparazzi hanno immortalato l'attore con la collega Rocio Munoz Morales. Dal loro amore sono nate due bambine: Luna, che quest'anno festeggerà i 4 anni, e Alma nata nel 2018. L'attore ha spiegato che non costringerà mai i suoi figli ad accettare l'idea della famiglia allargata. Ritiene che debba essere un percorso naturale e soprattutto spontaneo. Aspetterà i loro tempi senza imporre una condivisione che risulterebbe artefatta: "Le mie scelte sono mie, se un figlio si sente di voler condividere e di voler bene, va bene, altrimenti è giusto che lo faccia quando e se sarà pronto".

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