Sonia Bruganelli: “Faccio una vita comoda, sui social tutti amano mostrare cose belle”
Accusata di ostentare la ricchezza sua e del marito Paolo Bonolis, Sonia Bruganelli è diventata più volte bersaglio degli hater. Non se ne è mai fatta un cruccio, continuando a postare sul suo profilo ogni foto che le facesse piacere condividere, in barba alle critiche che le sono state mosse in più di un’occasione. La Bruganelli non è mai stata attenta ad abbassare l’asticella. Perché avrebbe dovuto? A chi l’ha contestata ha sempre risposto, senza mai esagerare i toni.
Al Corriere della Sera che l’ha intervistata a proposito dell’ultima bagarre – “Come ci vivo una settimana con 30 euro?” disse a Cortina, ndr – Sonia replica con la stessa leggerezza meticolosa che la contraddistingue:
Lo scandalo sarebbe stato se avessi detto che potevo vivere una settimana con 30 euro a Cortina. Non mi piacciono quelli che fanno i politically correct tanto per farlo. O ci vivi davvero così, oppure fai solo finta, è solo una messinscena per sembrare quello che non sei.
Politically correct, appunto, Sonia non lo è mai stata. Finì nell’occhio del ciclone dopo aver pubblicato sui social una foto scattata all’interno del jet privato preso a nolo per andare in vacanza. Anche in quel caso si rifiutò di rimuovere lo scatto e le polemiche a esso seguite. Come tutti, mostra sui social gli aspetti migliori della propria vita. È una privilegiata, certo, ma è soprattutto la prima a non volersi nascondere:
Non voglio assumere ruoli che non ho. Non faccio una vita di lussi, faccio quello che fanno in molti: vado a prendere i figli a scuola, li aiuto a fare i compiti, ora sono alle prese con il Teorema di Pitagora: a 43 anni ci sta che me lo sia scordato no? Penso sempre a quello che posto. Metto le cose che mi divertono e tutto quello che non toglie niente all’intimità della nostra famiglia. Tutti hanno piacere a mostrare le cose belle. Sono sicura che sui profili social di chi mi ha attaccato troverei foto in cui a loro volta ostentano qualcosa: una borsa, un paio di scarpe, una cena al ristorante. Ho il privilegio di fare una vita più comoda e la mia vita è anche questa. Se facessi vedere solo che cucino o vado a far la spesa sarei molto più falsa.
L’importanza di chiamarsi “Bonolis”
Sonia è la moglie di uno dei conduttori più rappresentativi di Mediaset, uno tra i più ammirati, sostenuti e, di conseguenza, tra i più pagati. Lei stessa dirige una società di successo e ha insegnato ai suoi figli, fin dalla più tenera età, la necessità di imparare a ritagliarsi un ruolo di rilievo nel mondo. Avere un marito dal nome tanto popolare l’ha aiutata a realizzarsi in quell’ambito al quale lei stessa sognava di appartenere:
Il vantaggio è stato aver incontrato una persona che lavorava nel settore in cui volevo lavorare. All’epoca mentre studiavo facevo fotoromanzi e pubblicità per mantenermi. L’incontro con Paolo mi ha dato l’opportunità di trovare la mia strada.
Non sempre vale la stessa cosa per i loro figli. Davide, Silvia e Adele sono animati da desideri differenti e il fatto di chiamarsi Bonolis non ha procurato loro solo vantaggi:
Aspetti negativi ora non ce ne sono più. Li ho metabolizzati: prima stavo male a essere considerata “la moglie di”. Oggi so chi sono, quello che valgo e anche quello che sbaglio. Piuttosto gli aspetti negativi li vedo su nostro figlio Davide, che ha 13 anni. Arriva prima il cognome di lui e a calcio è l’unico che non ce l’ha scritto sulla maglietta. Alle partite si fa accompagnare dal nonno, così nessuno lo guarda per il padre, ma per come gioca a pallone.