Daniela, cognata di Bublè: “Noah non ha la leucemia, siamo spezzati a metà”
Dopo l’annuncio dato da Michael Bublè a proposito del cancro di cui il figlio Noah si è ammalato, il mondo intero si è stretto intorno al cantante e alla sua famiglia. Tantissimi sono quelli che hanno espresso all’artista la propria solidarietà attraverso i social network. Bublè e la moglie hanno deciso di sospendere momentaneamente ogni altra attività che non fosse prettamente legata alla cure necessarie affinché il loro bambino guarisca.
A parlare per la prima volta con i giornalisti è Daniela Lopilato, cognata del cantante. La donna, una famosa nutrizionista, nega che il nipote si sia ammalato di leucemia e chiede al contempo che questo momento così drammatico riceva il rispetto che merita:
Sono affranta e lo siamo tutti. Vi chiedo solo di non speculare su questa malattia perché anche voi avete dei figli e sono argomenti delicati da affrontare. Louisiana e Michel faranno altri comunicati quindi non voglio dilungarmi, ma posso dire che non si tratta di leucemia e che il cancro non ha coinvolto il sistema nervoso centrale.
Bublè e la moglie si sono trasferiti negli Stati Uniti dove il piccolo sta ricevendo le prime cure. In passato, Noah era già stato vittima di un pericoloso incidente: si ustionò con dell’acqua bollente quando non aveva ancora nemmeno compiuto 2 anni.
L’annuncio di Michael Bublè
Sono stati proprio Michael Bublè e la moglie a rendere pubblica la malattia del loro bambino attraverso un comunicato stampa. Il cantante ha deciso di interrompere ogni progetto professionale per dedicarsi al suo bambino, e la moglie ha scelto di fare altrettanto. In America si è trasferito anche Elias, il loro secondogenito. Noah necessita di tutto il sostegno possibile per superare questo terribile momento, e i suoi genitori sono decisi a fornirglielo. Una fonte anonima ha rivelato a ‘Us Weekly’ che, sebbene addolorati, Michael e Luisana sarebbero speranzosi e decisi a farcela:
Per loro è stato un vero shock, tutto questo li sta straziando, ma sono positivi e pieni di speranza. Hanno fatto in modo che a seguire Noah fossero i medici migliori in circolazione. Sperano e pregano. Il piccolo è un combattente.